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Mi chiamavano Tatanka, l’autobiografia di Dario Hubner: “Io bomber di provincia, lo Scudetto per me era la salvezza”

Dario Hubner of Brescia in action during the Serie A league match between Udinese and Brescia played at the Friuli Stadium in Udinese, Italy.    GUERRA / GRAZIA NERI Mandatory Credit: Grazia Neri/ALLSPORT

Dario Hübner, “Campionato falsato? Mi sembra un parolone”

Redazione DDD

Il 27 febbraio è uscito in tutte le librerie Mi chiamavano Tatanka. Io, il re operaio dei bomber di provincia, la prima autobiografia di Dario Hübner scritta con Tiziano Marino. L’ex giocatore di Brescia, Piacenza e Mantova, tra le altre, racconta la sua incredibile carriera vissuta sempre con il sorriso sulle labbra e sempre segnando tantissimi gol. Dagli esordi nei dilettanti fino alla Serie A, passando per tutti i campionati. Ecco, ovunque sia andato, ovunque abbia giocato, Tatanka ha sempre lasciato il segno.

È appena uscita la tua autobiografia, ricorda FootballNews24, Mi chiamavano Tatanka. Sei riuscito a metterci dentro tutti i tuoi tantissimi gol?

“No (ride), è un semplice racconto della mia carriera. Da quando ero bambino, a quando giocavo nei dilettanti fino a quando sono arrivato in Serie A. Mettere i gol è dura, tanti li ricordo, tanti altri no. Il gol è un bel gesto tecnico, un bel ricordo, ma mi interessava più raccontare la vita vissuta”.

Il sottotitolo del libro é Io, il re operaio dei bomber di provincia. Ti ha mai dato fastidio essere etichettato come un bomber di provincia?

“No, per niente. Anzi. Ci sono giocatori che giocano nelle grandi squadre e giocatori che giocano nelle provincie. Non tutte le squadre lottano per vincere il campionato, ci sono anche le squadre che lottano per salvarsi. Il mio obiettivo primario è quasi sempre stato la salvezza. Lo scudetto per me era la salvezza”.

Oggi ci sono ancora i bomber di provincia?  “Si ce ne sono. Ci sono sempre stati e ci saranno sempre. Forse una volta ce ne erano di più italiani perchè venivano cresciuti nel settore giovanile e uscivano di più. Ultimamente ne abbiamo di meno, questo sicuramente”.

Della carriera di Tatanka qual è il momento che ricordi con più piacere?  “Tanti. Ho tantissimi ricordi in tutte le squadra dove ho giocato devo essere sincero. Molte volte mi chiedono: “dove ti sei trovato meglio” e faccio fatica a rispondere. A Cesena sono stato benissimo, a Fano uguale, a Brescia mi hanno trattato benissimo, a Piacenza lo stesso. Ho fatto solo un anno a Mantova e ancora oggi mi ricordano con affetto perchè abbiamo vinto il campionato. Scegliere solo una di queste esperienze mi sembra sempre di fare un torto alle altre”. Hübner: “Scudetto? Lazio ha meno pressioni di Inter e Juventus, e ha meno impegni”. Stai seguendo la Serie A, che idea ti sei fatto della polemica legata ai rinvii per l’emergenza coronavirus? Il campionato é falsato?

“Falsato in questo momento è un parolone. Finalmente dopo tanti anni c’erano tre squadre che potevano vincere lo scudetto e sembrava fino a qualche mese fa che la lotta sarebbe durata fino alla fine. Con quanto sta succedendo non dico che si sia falsato, però è un po’ difficile perchè una squadra gioca 3 partite in 6 giorni, l’altra riposa, l’altra ancora sa già il risultato dell’altro. É brutto, io mi ricordo 30 anni fa quando si giocava tutti alle 2:30 e si sapeva alla fine chi vinceva e chi perdeva. Oggi giocano dal venerdì e dì alla domenica, è un po’ un casotto”.

Chi vedi con più possibilità di vincere lo scudetto tra Juventus, Lazio e Inter? “Come potenzialità credo che la squadra più forte sia la Juventus, l’Inter ha delle buone qualità per essere una grande squadra e la Lazio sta giocando il miglior calcio, non ha pensieri. Sicuramente la Lazio ha meno pressioni di Inter e Juventus, e ha meno impegni. Mentalmente credo sia quella messa meglio di tutti e che può gestirsi il lavoro durante la settimana per essere al top la domenica, mentre la Juventus e l’Inter hanno gli infrasettimanali di coppa. Con 3 partita alla settimana è dura”.  In tema di bomber, te hai vinto la classifica capocannoniere in Serie A, B e C. Tra rinvii vari al momento in Serie A sul podio ci sono Immobile a 27 gol, Cristiano Ronaldo con 20 e Lukaku con 17 gol. Chi ti piace di più?  “Sono 3 grandissimi giocatori, però la bravura degli attaccanti è anche la bravura dei compagni. Lo dico sempre, gli attaccanti fanno tanti gol quando la squadra li mette in condizione di farli. Immobile, Ronaldo e Lukaku hanno dietro dei giocatori che li mettono in condizione di far gol. Il plauso va quindi ai giocatori che sono a centrocampo”.

E Hübner quest’anno quanti gol avrebbe fatto?  “Ma non lo so (ride), dipende sempre con che che squadra giochi. L’attaccante bravo è quello che viene messo in condizione di tirare in porta. Faccio l’esempio di Balotelli che quest’anno non sta facendo tantissimi gol, ma è pure vero che calcia una volta a partita in porta. Immobile calcio in porta 5-6 volte a partite, quindi è più facile che Immobile faccia 25 gol e che Balotelli ne faccia 6 perchè in percentuale, purtroppo, calcia molto di meno”. Che idea ti sei fatto invece della stagione del Brescia, visto che li hai giocato per tanti anni.

“Ma sai il Brescia ad inizio campionato giocava bene, ma raccoglieva poco. Ma ad inizio campionato non fai molto caso ai punti che perdi per strada. Adesso quei punti la sono diventati fondamentali. In. questo momento la situazione non è bella perchè 7 punti sono tanti. Devo giocare e cercare di portare a casa di 3 punti”.  Calcutta scrive una canzone su di te, i ragazzi di operazione nostalgia ti hanno eletto a loro punto di riferimento e chiunque senta parlare di te ha subito un pensiero positivo. Come te lo spieghi? “Me lo spiego con il fatto che la mia è stata una carriera semplice. Sono partita dalla prima categoria a 20 anni e sono arrivato in Serie A a 30 anni. Ho giocato a calcio, cercando di dimostrare di meritarmelo sul campo. Se l’ho fatto io chiunque può farlo. Ho fatto una carriera semplice in fondo".

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