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calcio italiano

Rino Foschi: “Cavani può dare ancora tanto per 2-3 anni, Kjaer troppo sottovalutato in passato”

BUDAPEST, HUNGARY - NOVEMBER 15: Edinson Cavani of Uruguay  runs with the ball during the International Friendly match between Hungary v Uruguay at Stadium Puskas Ferenc on November 15, 2019 in Budapest, Hungary. (Photo by Laszlo Balogh/Getty Images)

Il mercato e i suoi possibili sviluppi

Domenico La Marca

Durante il programma "Taca La Marca" in onda su Radio Musica Television è intervenuto il direttore sportivo Rino Foschi, il quale si è soffermato sulle vicende del calcio italiano e su tanti altri temi. Il campionato:È un campionato difficile da commentare, il Milan aveva fatto molto male ma poi ha avuto una buona ripresa ed ha fatto bene, vediamo l’Inter cosa combina e Lazio sicuramente ha perso un qualcosa con tutte le complicazioni dovute al ritorno in campo. Se non succede un qualcosa di particolare la Juventus ha già vinto lo scudetto. Non è un campionato regolarissimo, senza il Covid probabilmente avremmo visto un altro tipo di campionato. Però era da fare per tanti motivi, pertanto non ci dobbiamo lamentare, accettiamo le sorprese in positivo e in negativo, le prestazioni non possono essere uguali, non mi sento di fare dei commenti e di dare dei giudizi ".

No al Pallone d'oro: "In parte sono d'accordo con questa decisione, ma con la ripresa dovrebbe esserci anche l'assegnazione del premio. O si stoppava tutto o si continuava con tutto, pertanto anche assegnando il premio individuale, questo calcio non mi piace, lo accetto, ma ci sono tante cose diverse da prima". Osimhen: "L'ultima volta che sono stato in Serie A al Palermo c'erano 5 campioni del mondo, ho partecipato alla cessione di Dybala e quando si diceva che 25-30 milioni erano una follia. In generale queste cifre molto alte mi sembrano un'esagerazione. Bisogna fare attenzione ai giocatori che si cercano di prendere" Il ritorno di Cavani: "Ogni operazione ha una storia a sé. Cavani è un giocatore che può dare tanto nei prossimi due o tre anni. Non ha la stessa visibilità di Ronaldo ma potrebbe fare molto bene. Lui aspetta una chiamata dalla Spagna, ma se fossi in una squadra italiana proverei a prenderlo subito perché farebbe la differenza. Lo vedrei bene all’Inter, alla Juventus e in qualsiasi squadra. E’ l’unico parametro zero per il quale farei follie per portarlo in Italia".

Lo scudetto di Dybala: "Ha partecipato insieme alla squadra, perché lo scudetto non lo vince il singolo. La Juventus non è quella degli altri anni, vincere cambiando allenatore, cercando di proporre una mentalità diversa e dopo i tanti successi scorsi, personalmente lo reputo un grande traguardo, ottenuto con il contributo di tutti". Questione Roma: "Roma è una piazza particolare, Petrachi ha fatto bene al Torino ed è uno molto preparato, parliamo di una persona passionale che ci mette la faccia, ha fatto un salto molto importante. Tutto sommato ha fatto quello che poteva fare. Una squadra che era partita per fare determinati risultati, molto probabilmente sopravvalutata e non completa". Kjaer: "Per portarlo in Italia feci un grosso sacrificio, invece di pagarlo due milioni ne spesi quattro, mi ricordo che Zamparini si arrabbiò ma era un giocatore di buona prospettiva. Piacque subito a Sabatini, che lo portò alla Roma, che giocava un calcio con un fase difensiva particolare, dove però non fece molto bene. È un ottimo difensore e marcatore che preferisce giocare a uomo più che a zona, quest'anno al Milan sta facendo molto bene, il mio sforzo è stato ben pagato. Probabilmente è stato sottovalutato per quello che poteva fare lui in altre piazze".

Immobile: "È un giocatore importante, al punto che è uno dei più continui in Italia, anche più di Belotti. Ciro sta facendo molto bene, ha fatto l’Italia, è andato all’estero, poi è ritornato, adesso sta facendo benissimo, se fossi nella Lazio farei fatica a darlo via".

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