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Roma, Julio Sergio: “La partita secca di Lotito non ha senso, oggi con il virus non si può guardare solo a se stessi”

ROME, ITALY - JANUARY 19:  Goalkeeper Julio Sergio of Roma in action against Libor Kozak of Lazio during the TIM Cup match between AS Roma and SS Lazio at Stadio Olimpico on January 19, 2011 in Rome, Italy.  (Photo by Giuseppe Bellini/Getty Images)

L'ex portiere della Roma commenta la proposta del presidente laziale di giocare una gara secca contro la Juventus per decretare il vincitore del titolo

Redazione DDD

Julio Sergio Bertagnoli, portiere della Roma per 5 anni dal 2006 al 2011, vive ancora il clima da derby e parla di entrambe le squadre romande: il presidente della Lazio Claudio Lotito ha proposto di giocare una gara secca contro la Juventus per decretare il vincitore dello scudetto. Può essere una soluzione? “No, per me non ha senso - ha dichiarato Julio Sergio a FootballNews24 - non riesco nemmeno a commentarla una cosa così. Quindi, che dobbiamo fare? Giocare tutti una partita secca per vedere chi va in Champions, in Europa League o chi retrocede? Non ha senso. Loro stavano facendo bene, purtroppo, però, ci sono altre cose che sono ben più importanti del calcio come, ad esempio, le persone che perdono il lavoro o i morti. Non ha senso dire ‘Dato che sono secondo voglio giocare contro la Juve per lo scudetto’, il discorso è molto più ampio e complesso, non ha senso.”

Come si può giudicare il comportamento attuato da Lotito nel corso di questa emergenza, dove ha insistito particolarmente affinchè si tornasse in campo? “Lui difende ciò che crede sia giusto, non mi va di parlare di Lotito perchè non lo conosco come persona. Ho letto qualcosa, ma ripeto che ad oggi il calcio è un argomento che deve passare in secondo piano. La cosa più importante in questo momento è risolvere questa emergenza che sta facendo morire la gente, poi, una volta terminata, si parla di ciò che si vuole. Desidera giocare perchè è secondo? Va benissimo, ma se fosse stato ultimo con 10 punti di distacco, avrebbe comunque voluto giocare? O avrebbe preferito annullare tutto? E’ molto semplice guardare solo la propria situazione.”

Da ex portiere della Roma, come si può valutare il lavoro fatto sin qui da Fonseca? “Iniziare un lavoro non è mai semplice, soprattutto a Roma, dove c’è molta emozione e passione. Secondo me Fonseca è molto bravo, ha un’idea di calcio abbastanza offensiva e questa mi piace molto, riuscire però a introdurla in Serie A, dove la tattica difensiva è molto importante, non è per niente semplice. Prendo come esempio Luis Enrique, lui è un grandissimo allenatore eppure a Roma ha fatto fatica, aveva una mentalità diversa. Il primo anno è sempre di adattamento, anche se in vista del termine della stagione possono fare qualcosa di meglio, ma l’anno prossimo, se dovessero arrivare alcuni rinforzi, possono fare davvero bene.”

E che tipo di rinforzi servono? “Qualsiasi squadra può essere rinforzata, la Roma ha davvero molteplici giocatori di qualità, ma allo stesso tempo tanti giovani con molte responsabilità, quindi non è facile. Ricordo che quando giocavo in Brasile avevo un allenatore che diceva che i giovani guadagnano le partite, non il campionato. L’unica volta che ho visto dei ragazzi vincere un campionato è stato il Santos nel 2002, squadra in cui ero presente. Avere giocatori come Dzeko e Kolarov è importante, fa la differenza, mi auguro che possano rimanere e che nel frattempo arrivi qualcuno, in modo di crescere di qualità.”

Il modo in cui Totti, De Rossi e per ultimo Florenzi, hanno lasciato la società? “L’unica cosa che conta nel calcio, come dice Bielsa, è vincere e solo una squadra può farlo. E’ bellissimo avere giocatori attaccati alla maglia come Totti, lui era anche un fuoriclasse, però c’è bisogno anche di portare risultati, titoli, trofei e soldi. Anche Zidane era fortissimo eppure è stato venduto, lo stesso Kakà al Milan era un fenomeno e lo hanno ceduto. Francesco ha giocato per la Roma fino a 40 anni, che per un giocatore è un’età importante, tutti sapevano che prima o poi avrebbe dovuto smettere e certamente, magari, il tutto potrebbe essere stato gestito diversamente, però è normale che una squadra viva queste cose. La gestione delle situazioni è importante, però non esiste un giocatore che non possa essere sostituito. Un altro Totti? Non ci sarà almeno per i prossimi cento anni, dobbiamo accettare determinate cose cercando di fare arrivare un altro grande campione, o fare crescere bene un giovane, come potrebbe essere Zaniolo. Anche con De Rossi e Florenzi, forse, sarebbe dovuto succedere qualcosa di diverso.

Zaniolo può essere il nuovo Totti?

“Non si può caricare sulle spalle di un ragazzo una responsabilità così grande, Zaniolo le possibilità e le qualità le ha, ma creare un’aspettativa del genere in una piazza come Roma è troppo pensante da gestire. Bisogna aspettare che lui dimostri quello che può fare e, piano piano, arriverà il giorno in cui potremmo parlarne. Ad oggi è ancora troppo presto, è ancora un ragazzo per assumersi certe responsabilità.”

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