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SANDRO COIS LA VEDE COSI'...

Sandro Cois: “La Fiorentina non retrocederà ma…- Toro penalizzato dal Covid, occhio al Milan…”

3 Oct 1999:  Aldair of Roma slides in on Sandro Cois of Fiorentina  during the Serie A match at the Artemio Franchi Stadium in Florence, Italy. Roma won 3-1.  Mandatory Credit: Claudio Villa /Allsport

Sandro Cois, ex centrocampista della Fiorentina, ma anche di Torino e Sampdoria, ha ricordato ai nostri microfoni i momenti più significativi della sua carriera, ma si è anche soffermato sul momento complesso vissuto oggi dalle sue ex squadre

Redazione DDD

Sandro, sei stato centrocampista di due squadre attualmente in difficoltà nel nostro campionato: Torino e Fiorentina. Con il Torino hai iniziato nelle giovanili e hai vinto, anni dopo, anche una Coppa Italia nel 1993, sotto la guida di Mondonico. Che ricordi hai del periodo granata? Devi al Toro la tua affermazione come giocatore di Serie A? "Sono arrivato a Torino all’età di sedici anni - la prima risposta di Sandro Cois a SuperNews -. Ho giocato nella primavera dei granata per poi esordire, nel 1991, con la prima squadra. Se ho avuto l’opportunità di diventare professionista la devo al Torino, che mi ha scoperto in un piccolo paese del Piemonte. Ho dei bellissimi ricordi, come la vittoria della Coppa Italia, una vittoria storica, poiché all’epoca era una competizione più difficile di quella di oggi: affrontavi subito squadre forti e compatte, invece ora si parte giocando anche con squadre più accessibili. L’unico rammarico che ho legato alla mia esperienza granata è la finale di Europa League del 1992 persa contro l’Ajax". Come ricordi, a distanza di anni, questa dolorosa sconfitta contro l’Ajax? Che sensazioni prova un professionista in quei momenti? "Sono momenti brutti. A quei tempi non si disputava una partita unica, ma c’era andata e ritorno da affrontare. Siamo riusciti a perdere una finale senza perdere una partita, poiché il match di andata, disputato in casa, terminò 1 a 1, mentre al ritorno, ad Amsterdam, finì 0 a 0. Purtroppo, ci fu negato anche un rigore, che probabilmente oggi, con l’aiuto del VAR, ci sarebbe stato concesso. La delusione è rimasta, poiché quella fu un’occasione straordinaria".

 Sandro Cois con Giancarlo Antognoni

Che effetto fa vedere il Torino lottare per la salvezza? Il Toro di Nicola è stato penalizzato dal focolaio Covid o ci sono problemi strutturali all’interno della società o della rosa? "Credo che il Torino abbia avuto grossi problemi con il precedente allenatore, Marco Giampaolo. La società ci ha impiegato anche un po’ troppo nel prendere la decisione di sostituirlo. Nicola credo abbia avuto difficoltà a causa dei casi di positività al Covid di tanti giocatori. Con lui è tornato lo spirito granata, è tornato ‘il cuore Toro’. Tuttavia, quando non si dispone della rosa al completo, è difficile gestire una squadra come il Torino, che ha una rosa lunga ma che non ha giocatori importanti per competere. Quindi sì, credo che Nicola sia stato penalizzato soprattutto dal Covid". L’altro club di cui hai fatto parte è stato la Fiorentina. Con i Viola hai collezionato circa 144 presenze, hai vinto una Coppa Italia nel 1995-1996 e una Supercoppa Italiana nel ‘96. Come definiresti la Fiorentina dei tuoi tempi? Qual era il suo punto di forza? "La Fiorentina dei miei tempi era una grande squadra. Eravamo un gruppo forte e ci siamo tolti grandi soddisfazioni. A Firenze ho vinto una Coppa Italia e una Supercoppa Italiana, perdendo altre due finali in queste stesse competizioni. E’ stato un bellissimo periodo. Quando con un club vinci tanto, i ricordi e le vittorie rimangono nel cuore. Quella Fiorentina non era paragonabile a quella attuale".

Infatti, in questo periodo, la Fiorentina di Commisso è al centro dell’attenzione per via di un rendimento discutibile. Prandelli ha recentemente dichiarato che “la società dovrebbe farsi un esame di coscienza” e che “sono tre anni che la viola lotta per non retrocedere”. Che cosa ne pensi di questa situazione? Bisogna attribuire la colpa di questi risultati a qualcuno o a qualcosa in particolare? "Quando le cose vanno male, non c’è mai un solo responsabile. Si è trattato di un insieme di fattori: una gestione sbagliata, la scelta di alcuni giocatori, che secondo me non sono adatti al progetto della Fiorentina. La responsabilità di questi risultati va divisa tra tutti: dirigenti, calciatori, allenatori. Credo che la Viola debba cambiare tante cose il prossimo anno e darsi degli obiettivi principali, come quello tornare in Europa, cosa che negli ultimi anni, da quando la società è in mano a Commisso, non c’è stata".

Domenica il Torino affronterà la capolista della Serie A, l’Inter. I nerazzurri hanno ormai spiccato il volo o il campionato è ancora aperto? "Penso che l’Inter possa perdere lo scudetto esclusivamente da sola. I nerazzurri degli ultimi tempi sono imbattibili. L’Inter ha cambiato modo di giocare: all’inizio, era una squadra che pressava molto alto, e inevitabilmente tendeva poi a subire ripartenze e prendere gol, invece oggi ha imparato a difendersi. La difesa nerazzurra è impenetrabile. Gli uomini di Conte sono bravissimi nelle ripartenze e hanno grandi giocatori, come Lautaro, Sanchez e Lukaku, che fa reparto da solo. L’unica cosa a cui l’Inter deve fare attenzione è alla caparbietà del Milan, che non molla e che anche ieri ha dimostrato il suo valore in Europa League contro il Manchester United".

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