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Inzaghi: dopo il derby romano vinto con Simone, la scintilla è scoccata a Benevento

Filippo Inzaghi riparte dal Sud, in Serie B. A Benevento un progetto sportivo importante e un affetto indescrivibile

Davide Capano

In una lunga intervista rilasciata a SportWeek, Pippo Inzaghi, nuovo tecnico del Benevento, ha parlato dell’esperienza in terra sannita, dopo la delusione Bologna. Di seguito alcune delle sue parole.

ACCOGLIENZA – “I primi giorni a Benevento sono stati emozionanti. Un’accoglienza eccezionale, vado al supermercato e si blocca tutto. Io mi nutro dell’amore della gente, è una sensazione appagante. Al Sud non ho mai vissuto, ma so che il calore dei tifosi e il senso di ospitalità sono incredibili”.

LA SCELTA“Sono stato quattro mesi fermo. Mi sono ricaricato, ho riflettuto, ho analizzato le cose positive e quelle negative. Negli ultimi mesi studiato Gasperini, Giampaolo, Prandelli, Di Carlo e Mancini in Nazionale. Naturalmente mio fratello Simone: sono stato con lui nella settimana di preparazione al derby vinto. Cercavo qualcosa che mi coinvolgesse e a Benevento ho trovato la scintilla: il presidente Vigorito è un appassionato e mi aveva già cercato in passato. Insomma, questo è il posto giusto”.

AMBIZIOSO MA UMILE“A Benevento la sfida è affascinante perché l’ambiente non è stato guastato da quanto accaduto alla fine della scorsa stagione, con l’eliminazione dai play off. Hanno tutti una grande voglia di fare ed è la situazione ambientale in cui io e il mio staff rendiamo al meglio. La Serie A? È il mio progetto, ma è un processo graduale. Il presidente mi ha chiesto di vedere una squadra che lo renda orgoglioso. Saremo ambiziosi, con umiltà”.

ETICHETTE“In B sono considerato un tecnico importante, in A non ancora, ma c’è tempo. Devo trovare il vestito giusto per la rosa che ho. Ma in generale voglio tanti giocatori nell'area avversaria. Le etichette mi fanno ridere”.

ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO“Prenderò casa vicino ai campi d’allenamento. Non concepisco l’idea di fare una o due ore di macchina ogni giorno per andare al campo. Questo è uno dei consigli che cerco sempre di dare ai ragazzi: organizzarsi bene, mai avere rimpianti, prepararsi con coscienza sotto ogni punto di vista”.

SITUAZIONI COMPLICATE E ABBRACCIO A SINISA“Tutti i grandi allenatori hanno avuto dei momenti difficili. Se avessi dei dubbi, starei a casa e andrei a fare l’opinionista. Allenare è la mia passione. Mi fa stare bene andare tutti i giorni al campo. È un lavoro stupendo, che può darti anche più gioie rispetto a quelle che provavi da calciatore. Io guardo avanti rispetto alle esperienze negative. Mi dispiace per come sia finita a Bologna, ma sono felice che la squadra abbia raggiunto la salvezza. E approfitto per mandare un forte abbraccio a Sinisa, che è un amico e a cui ho scritto privatamente. Questi sono i problemi della vita, non gli esoneri”.

GIOCARE BENE SECONDO PIPPO“Significa essere aggressivi, andare in avanti più che indietro, leggere i momenti della gara, avere padronanza di palleggio. Poi ci sono gli avversari. Mi viene da ridere quando dicono che mi abbasso quando sono in vantaggio. Mica vorrei farlo, ma se gli altri spingono forte ti costringono ad abbassarti”.

COM’È OGGI INZAGHI?“Ho i capelli bianchi, ma dentro sono sempre io. Io che gioco in mansarda con Simone con una palla fatta di stracci; io nel campetto vicino casa; io negli stadi più belli del mondo; io in panchina. Il tempo passa, qualcuno mi chiama ancora bomber, altri preferiscono mister. Ma io sono Pippo. Il Pippo di sempre.Innamorato del pallone”.

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