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calcio italiano

Venezia, il ds Fabio Lupo: “Bisogna far salire le prime 2 dalla B e le prime 3 dalla C bloccando le retrocessioni”

VENICE, ITALY - AUGUST 11:  Mattia Aramu of Venezia FC  celebrates after scoring his team second goal with team mates during the TIM Cup Match between Venezia FC and Catania at Stadio Pierluigi Penzo on August 11, 2019 in Venice, Italy.  (Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)

Il punto della situazione con un occhio rivolto al futuro

Domenico La Marca

Ai microfoni di Radio Musica Television è intervenuto l'attuale direttore sportivo del Venezia, l'avvocato Fabio Lupo, il quale, durante il programma “Taca La Marca”, si è soffermato sulla situazione d’emergenza del calcio italiano, ecco quanto emerso:

Le difficoltà del calcio: "Credo che in questo momento manca la capacità di guardare ad una prospettiva più ampia e quindi di avere una visione globale per la sostenibilità del sistema. È importante capire come si può uscire da questa situazione, in merito abbiamo una visione poco prospettica. La soluzione della sospensione è la più drastica ed aprirebbe una serie di scenari difficilmente ipotizzabili quanto le conseguenze. Una di queste potrebbe essere far salire le prime 2 dalla B e le prime 3 dalla C bloccando le retrocessioni. Secondo me questo potrebbe avvenire solo nel caso in cui ci fosse un indennizzo per quelle società private della possibilità di salire di categoria.  Altro scenario è quello di proseguire i campionati anche se questo a mio parere si scontra sia con la situazione sanitaria, che è ancora sottovalutata dal mondo del calcio, che con l'organizzazione dei prossimi campionati".

Le tutele assicurative per i giocatori: "I calciatori sono assicurati dalle società ma hanno anche polizze personali. Nel caso dei calciatori in scadenza, è evidente che la loro situazione assicurativa sia prolungata, quindi attraverso l'estensione delle coperture il problema è facilmente risolvibile".

Sulla decurtazione degli stipendi: "Purtroppo le situazioni bisogna valutarle di categoria in categoria, ritengo che ci sia stata un'eccessiva fretta nel cercare di trovare una soluzione comune in merito alla situazione. Le scadenze degli stipendi di marzo, aprile e maggio sono oltre la metà di giugno e quindi la fretta denota una mancanza di visione a medio-lungo termine. Secondo me si poteva trovare una linea di dialogo più morbida e quindi di fronte a tale soluzione l'Aic si è completamente irrigidita. La varietà della realtà contrattuale tra i club è dimostrata dalla Juventus che ha raggiunto un accordo con i propri calciatori perchè la dimensione contrattuale è diversa. Quindi per l'Aic è molto complesso rappresentare tutta questa varietà di calciatori".

Il ruolo del direttore sportivo ai tempi della quarantena: "La situazione circostante ti toglie anche un po' di energia, perchè noi parliamo di calcio e di ripresa, ma secondo me fin quando c'è qualcuno che muore per il virus sarà moralmente difficile ripartire. Io ho vissuto le ultime due partite con un disagio morale che spesso non viene avvertito. Per un direttore sportivo il disagio è ancora più forte, però si continua a lavorare magari essendo più attenti sullo scouting e questa è un'opportunità per approfondire determinate situazioni. Programmare mercato e prossima stagione senza certezze diventa molto complicato, il mio obiettivo è quello di farmi trovare pronto".

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