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calcio italiano

Adrian Ricchiuti invita tutti a stare a casa e ricorda: “A Rimini io Handanovic lo chiamavo il polipo…”

RIMINI, ITALY - SEPTEMBER 9: Ricchiuti of Rimini celebrates his equalizing goal during the Serie B match between Rimini and Juventus at the Romeo Neri stadium, September 9, 2006 in Rimini, Italy.  (Photo by New Press/Getty Images)

Parole e musica di Adrian Ricchiuti

Domenico La Marca

Ai microfoni di Radio Musica Television è intervenuto l'ex trequartista tra le tante di Catania e Rimini, Adrian Ricchiuti, il quale, durante il programma “Taca La Marca”, si è soffermato sulla situazione d’emergenza del calcio italiano, ecco quanto emerso:

La situazione attuale - ''Dobbiamo stare a casa per tutti, ce la dobbiamo fare. dopo questo periodo prometto di gettare il telefono e di usare di meno i social, ne sto facendo davvero un abuso."

Serie minori  - ''E' una situazione grave per tutti. Parlando di calcio, in serie A il problema si risolverà. In C e nelle categorie minori ci saranno conseguenze gravi, sicuramente verranno penalizzati tanti calciatori e tante famiglie. Mi auguro che questi ragazzi non si ritrovino senza lavoro... ."

Handanovic - ''A Rimini era giovanissimo e sinceramente all'inizio non pensavamo fosse così forte, poi in allenamento parava tutto da qualsiasi posizione, lo chiamavo il polipo. E' una delle persone più vere del calcio di oggi. Merita tantissimo di giocare nell'Inter.''

Il gol contro la Juventus - ''Nella prima giornate di Serie B della Juventus ho segnato il gol del definitivo pareggio per il Rimini. Difatti fu una rete storica visto che fu la prima che hanno subito i bianconeri in cadetteria. Fui molto contento per il pubblico che venne allo stadio quella domenica. Parliamo di una Serie B tra le più belle della storia, da quinti non riuscimmo a fare i playoff. Quel Rimini era una squadra forte che meritava la Serie A, tanti giocatori giocano ancora oggi nella massima categoria."

Sull'eventuale ripresa - ''Rappresenterebbe una mancanza di rispetto per le persone comuni se viene concessa la possibilità ai calciatori di fare il tampone ogni tre giorni. Personalmente non sarebbe il caso di riprendere il campionato dinanzi ad una tragedia di tali dimensioni."

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