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Spezia-Sampdoria: dal campo di calcio alla tavola, chi vince in cucina?

Silvia Cannas Simontacchi
Silvia Cannas Simontacchi
Spezia–Sampdoria si gioca anche a tavola: acciughe, muscoli ripieni e polpo contro pesto, focaccia, pasqualina e pandolce. Una sfida tra Levante e Ponente in cui il verdetto finale lo decide il palato
00:19 min

Domenica 30 novembre, ore 17.15. Allo Stadio Picco va in scena il big match della 14^ giornata di Serie B: Spezia-Sampdoria. Una sfida su un campo che profuma di mare. Due squadre liguri, due identità allo stesso tempo vicine e lontane: una figlia del Golfo dei Poeti, l’altra della Superba.

Questa volta, però, non si parla di possesso palla o di moduli, né di spalti e cultura ultras. Niente Gradinata Sud né Curva Ferrovia: mettiamo per un attimo da parte i rancori e sediamoci a tavola, perché a scendere in campo saranno i piatti simbolo delle Riviera di Levante e di Genova, in una partita tutta da gustare.

Primo tempo: scende in campo lo Spezia con i sapori del Golfo

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Lo Spezia parte con un 4-3-3 profumato di orto e di mare. In difesa si piazza la mesciùa, una zuppa di legumi ruvida e sostanziosa, tipicamente spezzina, perfetta per reggere qualsiasi attacco, e i testaroli, cotti in testi di coccio e conditi con sugo o pesto. A centrocampo dominano le acciughe: marinate, fritte e ripiene; giocatrici duttili, instancabili e in grado di infiltrarsi tra le linee avversarie.

Sulle fasce sfrecciano i muscoli ripieni (le cozze, per chi non mastica lo spezzino), un piatto sorprendentemente equilibrato che sa di casa. In attacco, invece, non può che esserci lui: il polpo alla spezzina, preparato con pazienza, morbido e saporito come i veri bomber di razza. Al suo fianco, corrono gli sgabei, gustosi straccetti fritti semplici o farciti di formaggio e affettati. Difende la porta, dolce e rassicurante, la spongata della Lunigiana, a base di miele, frutta secca e spezie, che difende il risultato con il suo stile antico.

Quella spezzina è una cucina onesta, dalla tradizione marina e lo spirito da trattoria sul porto.

Secondo tempo: la Samp risponde con il meglio della Superba

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I blucerchiati rispondono con un 3-5-2 fatto di storia, basilico e mare. In difesa, muro a tre: focaccia genovese, focaccia di Recco (lo sappiamo: Recco non è Genova, ma contro lo Spezia serve un fuoriclasse) e torta pasqualina, robusta e scenografica. A dare equilibrio a centrocampo, due registi della cucina ligure: i pansoti con salsa di noci, che fanno perdere la testa a qualsiasi avversario, e le trofie al pesto, profumatissime e verdissime.

Sulle fasce, spingono le acciughe alla ligure, dallo stile minimal ma micidiale. In attacco si piazzano lo stoccafisso accomodato, con olive e pinoli, e il cappon magro, scenografico, ricco e quasi barocco, come un attaccante d’altri tempi. Tra i pali, c’è il pandolce genovese, un portiere granitico, capace di resistere oltre il novantesimo.

Quella della Samp è un’eleganza tradizionale, tecnica, nobile e anche un filo snob.

Spezia-Sampdoria: Levante contro Ponente

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Lo Spezia porta in tavola una cucina più popolare, diretta, costruita su elementi marini, semplici e sinceri. I doriani, invece, portano tutta Genova, con i suoi sapori complessi e le tradizioni allo stesso tempo portuali e aristocratiche. È la sfida eterna tra Riviera di Levante e Riviera di Pontente.

Difficile decidere chi vince. Se ami il mare come stato d’animo, lo Spezia ti conquisterà con il suo pescato. Se invece cerchi i grandi classici liguri, allora la Samp è la tua squadra.