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LA BORDATA DELL'IMPRENDITORE

Zamparini: “A Venezia ho lasciato 50 milioni di euro, senza gratitudine…”

Redazione Derby Derby Derby

L'ex presidente si confida in un'intervista a "Il Gazzettino"

Maurizio Zamparini ha rilasciato un'intervista a "Il Gazzettino" nella quale racconta alcuni retroscena sulla sua esperienza da presidente del Venezia. "Tornare al Penzo? Come no, arrivare in barca allo stadio è sempre uno spettacolo impagabile", si legge nelle dichiarazioni riprese da trivenetogoal. "La fusione con il Mestre? È stata la più grande cavolata della mia vita - svela -. Ho sottovalutato l’aspetto emotivo del calcio: il tifo del campanile, il derby tra veneziani e mestrini, non può essere cancellato. Abbiamo superato tutto con i risultati e andando in serie A, ma avevano ragione a massacrarmi. Fu un errore, chiedo ancora scusa. Tornassi indietro non con lo rifarei".

(Photo by Tullio M. Puglia/Getty Images)

Poi gli chiedono del "perché naufragò il progetto-stadio?". "Assieme allo stadio volevo costruire uno dei miei centri commerciali - racconta Zamparini -, ma il Comune voleva invece che facessi un centro sociale. Così li mandai a quel paese, loro e tutti i comunisti. Lasciare Venezia fu un mio grande errore, se tornassi indietro non lo rifarei. Ma ero esacerbato, mi insultavano solo perché ero un imprenditore: c’era l’avversione dei centri sociali di Casarini con striscioni, proteste, addirittura con atti violenti, come quando entrarono in sede minacciando i miei dirigenti, cosa che non mi sarei mai aspettato. Se lo città lo consente, pensai, allora me ne vado. Ma sono pentito di quella scelta, fu un errore lasciare questa piazza unica, da friulano mi sento cugino dei veneziani. In totale a Venezia ho lasciato qualcosa come 50 milioni di euro, senza ricevere nulla in cambio, neanche la gratitudine".