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di Giancarlo Fusco – Derby di Milano scoppiettante e, dopo tanto tempo, bello da vedere. Un Milan-Inter che non ti aspetti soprattutto per il momento non proprio favorevole ai nerazzurri, reduci dalla fresca eliminazione in Europa League per...

Giancarlo Fusco

di Giancarlo Fusco -

Derby di Milano scoppiettante e, dopo tanto tempo, bello da vedere. Un Milan-Inter che non ti aspetti soprattutto per il momento non proprio favorevole ai nerazzurri, reduci dalla fresca eliminazione in Europa League per mano dell'Eintracht Francoforte. Gattuso, però, lo aveva detto che la partita per le due compagini milanesi avrebbe avuto tutt'altro appiglio e, soprattutto, valore. Quel valore che, sponda Inter, ha dato vigore a quei calciatori dai quali ci si aspettava di più nel corso di questa stagione e che, invece, non li ha mai visti realmente protagonisti in senso positivo. Così, dopo 96 minuti di gioco ci troviamo ad elogiare, su tutti, Ivan Perisic e Matias Vecino che, soprattutto nella prima frazione di gioco hanno fatto la differenza sia in fase di attacco che in quella di ripiego.

Entrando nel dettaglio, il croato nei primi 45 minuti di gioco è stato una spina nel fianco per la retroguardia rossonera. Dal suo piede è partito, infatti, il cross morbido che ha permesso a Vecino di realizzare la rete del vantaggio dopo soli  3 minuti di gioco. Per l'uruguaiano, però, non solo il gol ad alzargli la media voto. Il classe '91 a tratti è apparso devastante con le sue folate palla a piede. Chapeau a Spalletti che lo ha inserito proprio lì in mezzo a quel centrocampo che, grazie, alle sue interdizioni ha tolto in diverse occasioni punti di riferimento ai pari ruolo rossoneri. Fisiologico, invece, il calo nella ripresa con il Milan in forcing nel tentativo di recuperare il doppio svantaggio.

Un elogio a parte merita, invece, Ivan Perisic. Il croato ha disputato fin qui la peggior stagione da quando è all'Inter. Non a caso giovedì sera al termine della partita di Europa League è stato il più bersagliato dai suoi tifosi. Il derby Milan-Inter, invece, ha risvegliato in lui quel senso di appartenenza. Senso di appartenenza al gioco del calcio più che alla maglia nerazzurra. Tant'è bastato, però, per far si che il croato mettesse in scena la miglior prestazione, quella che ti aspetti in determinate partite. Quella che ti permettono l'acquisizione delle foto più belle sui giornali. Il croato, come se non bastasse, è risultando decisivo anche come difensore aggiunto sui calci piazzati a favore dei rossoneri.

La pressione e l'importanza di una partita come il derby ha fatto, dunque, scattare quella scintilla che ha permesso la rinascita di un calciatore importantissimo non solo per Spalletti ma proprio per tutta l'Inter. In fondo il derby è anche questo. Una vetrina in grado tirar fuori storie belle da raccontare. Storie che addirittura cancellano un'annata storta e per questo sempre belle da raccontare. La speranza, ora, di tutto il popolo nerazzurro è vedere l'intensità e la stessa continuità di rendimento da questi calciatori da qui a fine stagione. C'è un terzo posto da conservare ad ogni costo con un cammino che deve essere affrontato nel miglior modo possibile.

 

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