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CHE SCUDETTO QUELLO...

Lo Scudetto del ’91 e il derby di Perdomo, Roberto Mancini ricorda: “Boskov rischiò grosso…”

VILNIUS, LITHUANIA - MARCH 31:  Head coach of Italy Roberto Mancini reacts during the FIFA World Cup 2022 Qatar qualifying match between Lithuania and Italy on March 31, 2021 in Vilnius, Lithuania. (Photo by Claudio Villa/Getty Images)

Roberto Mancini ricorda tutto alla perfezione, partita per partita: ma i toni più caldi sono per Mantovani e Boskov...

Redazione DDD

Maggio 2021, il mese del Trentennale dello Scudetto sampdoriano. E il Ct Roberto Mancini non se ne è certo dimenticato: "Forse al primo posto per i miei ricordi sportivi. Lo scudetto della Sampdoria era un fatto mai successo. E forse non succederà più: quella squadra aveva qualcosa di speciale. Era difficile anche a quel tempo. Anni prima aveva sorpreso solo il Verona. Abbiamo costruito qualcosa di straordinario. C’è voluto tempo. Spero che il calcio ci riesca nuovamente: l’Atalanta è qualcosa che piace. Servono sorprese: ogni tanto sarebbe bello succedesse. Vincere l'Europeo con Vialli è un sogno proprio di tutti. Speriamo. Non si sa mai che la vita ci regali un’altra gioia insieme".

Ma cos'era quella Sampdoria? Ne ha parlato in una intervista a Il Giornale il Ct azzurro: "La più importante si chiamava Mantovani: solo lui poteva avere certe idee. Senza lui, sarebbe successo nulla. Poi ci sono stati i giocatori che hanno creduto nel proprio valore, eravamo ragazzi ad inizio carriera. Potevamo andare in squadre blasonate. Infine chi ci ha diretto: il dottor Borea come dirigente e Boskov come allenatore. Boskov è arrivato e ci ha fatto credere di poter vincere lo scudetto. Voi siete una grande squadra: non era solo un modo di dire. Aveva allenato in diversi club, arrivava dal Real Madrid. Ecco, ci ha fatto credere in lui: ha dato qualcosa che ci mancava. Una volta fece battuta per ridere sul genoano Perdomo ("Se sciolgo il mio cane gioca meglio di lui..." ndr), ma quella volta ha rischiato grosso. Mantovani era infuriato, non gli piacevano queste cose. È capitato anche con i giocatori: guai creare problemi".

Ancora su Boskov: "Ce lo faceva credere a tutti che potevamo essere allenatori. Era un metodo: chiedeva da chi lo avremmo fatto marcare. Per capire il punto di vista. Poi faceva lui. Una volta dovevamo giocare contro il Milan, non nel ‘90-‘91. Chiese: da chi fareste marcare Gullit? Da Vierchowod, rispondemmo. E lui scelse Fusi. Mantovani? era un visionario, 50 anni avanti rispetto a tutti. Ha ideato quel che nessuno avrebbe mai pensato. Ed ha capito prima degli altri cosa stava accadendo nel calcio. Era diverso: aveva classe, non parlava in continuazione. Appariva poco, ma quando apriva bocca le parole erano importanti. Se tanti avessero seguito la sua linea, sarebbe stato meglio. Il gol più bello dello Scudetto, quello al volo contro il Napoli, ma già sul 3-1. Forse il 2-0 col Milan in casa. Azione in velocità, anticipo Pazzagli: gol. Col Pisa? Vialli rientrava da 7 settimane di assenza: si era rotto il metatarso. Io dribblai 3-4 giocatori, arrivai davanti al portiere e a quel punto gli diedi il pallone. Gli serviva: per un attaccante è importante ricominciare con un gol".

E infine..."Darei qualunque cosa per tornare indietro di 30 anni. Vorrei che questa storia servisse ai giovani per capire che si può raggiungere l’impossibile anche se l’obiettivo è lontano. Mai mollare, prima o poi arriverà il momento. C’è stato amore per i tifosi, per il presidente, sentimenti che dovrebbero far parte della nostra vita. Se c’è qualcosa di bello e sai comportarti bene, vedrai che arriverai all’obiettivo.Siamo ancora legati, di tanto in tanto ci vediamo quasi tutti per una cena. L’amicizia che si è creata rimane speciale. È stato molto più del vincere uno scudetto. È stata la storia della vita di ragazzi che si sono divertiti. Anche se, ormai, qualcuno è un po’ più anziano…".

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