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Marco Padalino: “Adoravo Cassano perché ci faceva vincere. Icardi ragazzo d’oro, sono stupito”

GENOA, ITALY - SEPTEMBER 20:  Marco Padalinoo of UC Sampdoria celebrates his second goal the fourth of his team during the Serie A match between UC Sampdoria and AC Siena at the Luigi Ferraris Stadium on September 20, 2009 in Genoa, Italy.  (Photo by Massimo Cebrelli/Getty Images)

Marco Padalino su Nainggolan: "Genio e sregolatezza in un ragazzo buono caratterialmente"

Redazione DDD

E’ stato uno dei protagonisti di quella Sampdoria dei miracoli che, nella stagione 2009-10, è riuscita a conquistare i preliminari di Champions. In Serie A Marco Padalino ha vestito solo una maglia, quella blucerchiata, con la quale ha collezionato 52 presenze in tre annate realizzando 3 reti e 4 assist. Negli anni in Liguria ha giocato con vari campioni, tra cui Cassano e un giovanissimo Mauro Icardi. Prima però, durante gli anni di Piacenza, è stato compagno di squadra di Radja Nainggolan, che iniziava a muovere i primi passi nel mondo del professionismo.

Ai microfoni di EuropaCalcio.it, Marco Padalino ha analizzato vari temi, tra cui il momento attuale della Sampdoria e l’impasse in cui è entrato il Torino di Walter Mazzarri; l’ex laterale svizzero – attualmente club manager del Lugano – aveva un ottimo rapporto con FantAntonio: “la domenica si trasformava e trasmetteva sempre grande energia positiva alla squadra”; inoltre ha speso parole di elogio sia per l’attaccante argentino che per il centrocampista belga.

Di Francesco non è riuscito a dare costanza al lavoro fatto da Giampaolo alla guida della Sampdoria. Secondo Lei, Claudio Ranieri è l’allenatore giusto per risalire la china?

“Di Francesco è un allenatore capace che stimo ma non è riuscito a trasmettere le sue idee alla squadra, complice anche la società che non ha fatto un mercato all’altezza degli anni passati. Ranieri sicuramente in queste prime partite ha toccato alcune corde che hanno portato a buoni risultati, è un allenatore di esperienza internazionale e può fare bene. Dall’esterno però è sempre un po’ difficile capire bene cosa succede all’interno”.

Lei ha lavorato con Mazzarri alla Sampdoria nella stagione 2008-09. Attualmente il Torino non sta attraversando un periodo positivo. Secondo Lei il tecnico toscano riuscirà a tirar fuori la squadra da questo momento negativo?

“Walter Mazzarri è un allenatore che attraverso un meticoloso lavoro tattico ha sempre disputato ottimi campionati. Se la squadra lo segue può fare molto bene, vedi lo scorso anno. Forse qualcosa si è rotto nello spogliatoio, non posso saperlo, ma Torino è una piazza esigente e alcune sue uscite ultime pubbliche non hanno aiutato”.

In maglia blucerchiata ha giocato prima con Antonio Cassano e successivamente con un giovanissimo Mauro Icardi. Che tipi erano? Che rapporti aveva con loro?

“Con Antonio ho sempre avuto un ottimo rapporto, e poi ci faceva vincere perciò lo adoravo (ride, ndr). In realtà in allenamento era terribile perché perdere una partitella per lui era come morire, perciò si creavano situazioni estreme a volte, ma la domenica si trasformava e trasmetteva sempre grande energia positiva alla squadra. Non semplice durante la settimana ma lui è Antonio perciò ero ben contento di correre per lui e per i compagni la domenica. L’ho rincontrato con piacere al corso Ds a Coverciano e abbiamo rivangato un po’ il passato. Mauro Icardi è un ragazzo d’oro, mi sono stupito di quanto successo anni dopo. In campo si intravvedevano comunque le sue enormi qualità che poi ha mostrato a tutto il mondo calcistico”.

Marco, Lei è stato uno dei protagonisti di quella Sampdoria che nel 2009-10 è riuscita a strappare il pass per il preliminare di Champions. Che ricordi ha di quella stagione?

“Un campionato incredibile, il primo pensiero è la festa con i tifosi dopo la partita col Napoli. Quel momento mi ha fatto dimenticare tutti gli infortuni avuti durante quella stagione. Ci sarebbero tante belle cose da dire di quel anno ma starei qua delle ore”.

Nell’annata successiva, purtroppo, siete retrocessi in Serie B. Cosa è successo dopo aver perso il preliminare contro il Werder Brema?

“La sconfitta contro il Werder, soprattutto per come è maturata, ci ha segnato parecchio. Ma il campionato non lo iniziammo così male. Le partenze di Cassano e Pazzini a gennaio ovviamente sono state pesanti. Entrati in una spirale negativa nel ritorno non abbiamo avuto la forza di uscirne. Non bisogna dimenticare anche che la società era cambiata profondamente con la partenza di Marotta, Paratici e Asmini (poi ritornato alla fine). Personalmente è stata la mia peggiore stagione di sempre, mi ruppi la caviglia alla prima partita”.

Lei è stato compagno di squadra di un giovanissimo Nainggolan ai tempi del Piacenza. Che tipo era?

“Io e i miei compagni a Piacenza ci chiedevamo se nonostante il suo talento sarebbe mai potuto diventare un giocatore importante. Io ero per il sì. Evidentemente ho avuto ragione. Genio e sregolatezza in un ragazzo buono caratterialmente”.

Che idea si è fatto del Nainggolan nerazzurro? Perchè all’Inter non è riuscito a lasciare il segno?

“La mia idea è che non avrebbe mai voluto lasciare la Roma e arrivato all’Inter non ha mostrato tutte le sue qualità”.

Secondo il suo parere, Nainggolan al Cagliari potrà rilanciarsi?

“Cagliari è la squadra che l’ha lanciato e lui ci è molto affezionato. Per un giocatore come lui questo fattore può essere fondamentale”.

Quali sono i piani futuri di Marco Padalino?

“Per ora sono club manager a Lugano. Ci stiamo togliendo qualche soddisfazione ma il passaggio da calciatore a dirigente non è affatto semplice.

Al momento continuo su questa strada cercando di capire se sarà o meno la mia”.

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