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L’ex rebus è diventato il ponte verso il futuro: Ante Rebic, il vero uomo in più del Milan

MILAN, ITALY - JANUARY 28:  Ante Rebic of AC Milan in action during the Coppa Italia Quarter Final match between AC Milan and Torino at San Siro on January 28, 2020 in Milan, Italy.  (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

Una stagione e la sua evoluzione

Redazione DDD

I due volti della stagione: Ante Rebic ora sorride

I due volti della stagione: Ante Rebic ora sorride

di Max Bambara -

Fino a due mesi fa, se ad un milanista chiedevi qualcosa su Ante Rebic la risposta non poteva che essere delusa e sconsolata. In tanti continuavano a chiedersi dove fosse finito il bel giocatore tecnico e di gamba ammirato nelle partite di Bundesliga e con la maglia della Nazionale croata, con la quale aveva fatto un figurone durante gli ultimi Mondiali di calcio del 2018. I milanisti erano increduli dinanzi ad un giocatore arrivato al Milan nell’ultimo giorno di mercato della sessione agostana e, purtroppo, mai paragonabile al vero Rebic. All’inizio si pensò ad un ritardo di condizione atletica, successivamente ad un mancato ambientamento. Poi vennero prese in considerazione alcune variabili relative alla posizione in campo, al tipo di calcio praticato dal Milan, finanche ai ritmi di gioco meno consoni al modo di giocare di Ante. Eppure, nonostante mille ipotesi e un numero imprecisato di speranze, le tracce del vero Rebic parevano perse nella leggenda del classico giocatore straniero che rende in certi campionati, ma poi in Italia finisce per essere una mera comparsa.

Nei suoi primi mesi rossoneri tuttavia, Rebic ha persino faticato a recitare il ruolo di comparsa visto che dopo qualche presenza in campo (mai per 90 minuti), il ragazzo aveva finito per accontentarsi dei posti a sedere in panchina. Per usare una metafora, la comparsa era diventata addirittura spettatore. In tanti fra i tifosi rossoneri, continuavano comunque a pensare che prima o poi Rebic sarebbe esploso. Tuttavia questo pensiero stava rischiando di divenire quasi parossistico. Triste il destino, forse persino beffardo e visto che il filone di scrittura che ci sta accompagnando ha qualche riferimento teatrale, potremmo cavarcela con la citazione di un’opera molto famosa del drammaturgo irlandese Samuel Beckett: “Aspettando Godot”. Nella cultura popolare quest’opera è divenuta il simbolo di una situazione in cui si aspetta un avvenimento che dà l'apparenza di essere imminente, ma che nella realtà non accade mai e in cui di solito chi l'attende non fa nulla affinché questo si realizzi. Ecco Rebic è stato questo fino a due mesi fa. In tanti lo aspettavano, ma lui sembrava non arrivare mai.

Ed invece, dopo qualche lampo in una partita di Coppa Italia, non solo Rebic è arrivato, ma si è manifestato come un tornado. Tecnico ed emozionale. Doppietta contro l’Udinese, gol vincente contro il Brescia, assist contro il Torino in Coppa Italia, gol nel derby, gol in Coppa Italia con la Juventus e rete vincente anche contro il Torino in campionato. Altro che Aspettando Godot! Adesso la metafora più appropriata non è teatrale, bensì cinematografica. Il titolo adatto a Rebic è “Scusate il ritardo”, film degli anni 80 interpretato e diretto dal talento sublime di Massimo Troisi. Spesso i giocatori stranieri hanno la necessità di capire determinate dinamiche del calcio italiano. Non solo di natura prettamente tattica, ma anche dal punto di vista umorale, relativamente alla gestione della pressione e del temperamento. Questo ragazzo sembrava nato per giocare in un campionato come la Serie A ma, fino a due mesi fa, appariva come un uomo alla perenne ricerca di sé stesso. Il salto mentale, quel clic che scatta nel cervello e ti fa cambiare la percezione di cosa sei e di cosa puoi dare ad una determinata causa, è un momento determinante perché è una rivoluzione silenziosa che ogni individuo porta avanti nella propria crescita personale. Rebic lo ha saputo fare nella maniera migliore ed oggi, meritatamente, ne raccoglie i frutti.

Per il Milan però, sembra essere cominciata l’ansia del riscatto del croato che sarebbe complicato a causa della mancata previsione di un diritto a suo favore in sede di contrattazione. Lo scambio alla pari con Andrè Silva potrebbe non essere soluzione gradita all’Eintracht Francoforte e questo non può che avere un peso. Nei giorni scorsi in tanti fra quotidiani e media hanno parlato apertamente di “allarme Rebic”, in riferimento ad un difficile acquisto del giocatore da parte del Milan. A noi pare semplicemente opportuno rammentare la situazione contrattuale del giocatore. Rebic è al Milan in prestito biennale. Il suo contratto col club rossonero scadrà il 30 giugno 2021. Dal 1° luglio 2021 Rebic tornerà ad essere un giocatore dell’Eintracht ma, coi tedeschi, il suo contratto è di un solo anno (scade il 30 giugno 2022). Ovvio che, sulla carta, i tedeschi sono liberi di tenere il giocatore per quel singolo anno di contratto, così come possono fare il prezzo che vogliono in sede di trattativa, ma l’esperienza insegna che ad un anno dall’eutanasia contrattuale, le società cercano di monetizzare sul cartellino del giocatore e sono costrette a cederlo a cifre nettamente più basse rispetto al reale valore di mercato. Il caso Eriksen (col giocatore ceduto per 20 milioni all’Inter dal Tottenham a 6 mesi dalla scadenza, nonostante un valore di mercato attorno agli 80 milioni) è solo l’ultimo fra gli esempi più noti. L’Eintracht inoltre era ben conscio della situazione contrattuale di Rebic nel momento in cui lo ha ceduto al Milan e cederlo in prestito biennale senza fargli estendere la sua durata contrattuale, testimonia il fatto che il club tedesco è abbastanza consapevole di come il giocatore sia giunto alla fine del suo percorso tecnico in Germania. Il Milan quindi, con l’assenso convinto del giocatore ad una permanenza in maglia rossonera, può sentirsi in una posizione di forza. Non vi può essere certezza perché nel calcio tale aspetto non è contemplato, ma si può dire che, all’argomento, il club rossonero può approcciare con una ragionevole tranquillità.

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