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Ledesma: “Non avevo idea di cosa fosse il derby di Roma…Scudetto? Lo vince la Juve”

NAPLES, ITALY - JANUARY 29:  Cristian Ledesma of Lazio in action during the TIM Cup match between SSC Napoli and SS Lazio  at Stadio San Paolo on January 29, 2014 in Naples, Italy.  (Photo by Giuseppe Bellini/Getty Images)

Le parole di Cristian Daniel Ledesma: parla della sua Lazio, di Pioli con il Milan, un tecnico che l'ex  centrocampista biancoceleste conosce molto bene. Poi lo scudetto e la nuova  carriera da allenatore 

Redazione DDD

Cristian ​Ledesma​,  ex capitano della ​Lazio​ ​con cui ha disputato 318 partite, mettendo a segno 14 goal e 41  assist. Dalle emozioni del derby di Roma fino all’attuale carriera da allenatore, passando  dalle diverse problematiche avute nel corso della sua carriera. Dal possibile divorzio con la società ​biancoceleste​ al ripensamento per amore della  maglia.

Alla Lazio ha passato ben 9 anni della sua carriera, cosa significava per lei vestire la  maglia biancoceleste e la fascia da capitano? ​“Dopo i primi anni a Roma mi sono  completamente innamorato della storia della Lazio, diventandone in seguito  addirittura capitano. Posso dire che è stato un onore, un sogno, ma allo stesso tempo  anche una grandissima responsabilità”. Cosa significava giocare il derby di Roma? Quanto è importante per una squadra  vincerlo? ​“Fino a quando non ne giocai uno non ne avevo idea. Per capire realmente  cosa significhi disputare un derby, bisogna viverlo in prima persona, da giocatore. E’  una partita che regala emozioni uniche, scendere in campo e portare a casa la vittoria  significa spostare gli equilibri calcistici dell’intera città. Ho avuto l’onore di vincere lo  storico Roma-Lazio del 26 maggio 2013, in finale di Coppa Italia, è uno dei ricordi più  belli della mia carriera”.

Statistiche alla mano, le stagioni in cui a livello di numeri ha fatto meglio sono state  sotto la guida di Delio Rossi prima, dove ha collezionato 10 goal e 17 assist, e con Reja  dopo, facendo 4 goal e 17 assist. Come si trovava con questi due allenatori? Ha  qualche ricordo particolare di quest’ultimi? ​“Con Delio Rossi e Reja ho davvero tanti  ricordi belli. Sono due persone di calcio, molto serie ed estremamente preparate sotto  ogni aspetto. Sono molto legato ad entrambi, in particolare però a Delio Rossi, con  quest’ultimo, lavorandoci per più tempo, ho condiviso tanti momenti speciali all’interno  dello spogliatoio, sia belli che non”.

Nel 2010 sembrava ad un passo dal salutare la Lazio, poi però ha firmato  sorprendentemente il rinnovo, ci spiega meglio cosa successe? ​“Dopo le  incomprensioni avute con la società ho capito grazie all’affetto dei tifosi, della mia  famiglia e degli addetti ai lavori, che mi trovavo già nel posto perfetto per me. Mi  vedevo solo con la maglia della Lazio. Successivamente, dunque, insieme al Presidente  Lotito​ abbiamo trovato l’accordo in neanche 20 minuti”.

Qual è il giocatore più forte con cui ha giocato? ​“Senza dubbio il più forte con cui  abbia mai giocato è Miroslav Klose”. ​E quello che l’ha sorpresa maggiormente? ​“Quello  che mi ha sorpreso di più è stato Felipe Anderson”.  Tra i diversi allenatori, ha avuto anche Stefano Pioli per 16 partite in cui, tra l’altro, ha  realizzato 1 goal e 4 assist. Che tipo di allenatore è? Può fare bene al Milan? ​“​Pioli​ è un  allenatore molto preparato, non conosco però l’ambiente Milan quindi non saprei dire  come potrebbe essere la sua nuova avventura”.

Dopo la Lazio, prima firmò con il Santos ed in seguito tornò in Europa, al  Panathinaikos. Cosa ha imparato da queste due esperienze? ​“In Brasile era  completamente diverso rispetto a come fossi abituato, è stata dura ambientarsi, anzi,  direi che non mi sono mai nemmeno ambientato. In Grecia invece mi sono trovato  molto bene, purtroppo però poi il club ha cominciato ad avere problemi finanziari, ma  nel complesso è stata una bella esperienza, così come a Lugano, avendo dove ho  giocato nuovamente l’Europa League che, a mio avviso, è una bellissima  competizione”. Una piccola parentesi anche alla Ternana e poi il passaggio alla Pro Piacenza, dove,  purtroppo, ha vissuto la realtà del fallimento societario. Quando avete capito che le  cose sarebbero finite male? Cosa si prova in queste situazioni? ​“Ho capito che la  situazione era compromessa quando alla seconda data di scadenza dei pagamenti  non c’erano notizie. Ho provato tristezza per tutte le persone che lavoravano per la società e alla fine hanno perso il lavoro, abbiamo sperato fino all’ultimo secondo che le  cose si sistemassero”.

Crede che la Serie C sia maggiormente trascurata rispetto agli altri campionati? ​“Non  saprei dire se sia trascurata o meno, sicuramente però andrebbero fatti maggiori  controlli per verificare se una società abbia realmente delle garanzie per portare avanti  un progetto fatto con serietà e competenza. Dietro ad una squadra ci sono sempre una  storia e una tradizione che vanno portate avanti con rispetto nei confronti dei tifosi”.  Tornando alla Lazio, come vede la squadra di Simone Inzaghi? Ci sono possibilità di  vederla in Champions il prossimo anno? ​“Credo che la Lazio sia ancora in rodaggio, per  arrivare in Champions League ci vuole tempo e pazienza, deve sbagliare poco oppure  meno rispetto agli scorsi anni”.  Chi vincerà il campionato? ​“Continuo a sostenere che verrà vinto dalla Juventus”.  Come vede il Napoli di Ancelotti? ​“E’ una bella squadra, può fare bene. I giocatori si  conoscono e possono contare sui nuovi e importanti innesti come giovani di altissima  prospettiva e Lozano, quest’ultimo è molto forte”. Secondo lei, il Milan ha fatto la scelta giusta esonerando Giampaolo? ​“No, secondo me  avrebbero dovuto dargli più tempo, è un buon allenatore”.

Ora lei allena la LUISS, come mai questa scelta? ​“Sono molto affascinato dal progetto, i  ragazzi che vivono il mondo Luiss mi piacciono molto, spero di poter trasmettere loro  quello che ho imparato nel mondo del calcio”. Ci sono possibilità di vederla su una panchina di Serie A o B nel corso dei prossimi  anni? ​“E’ un percorso che ho appena iniziato, lo voglio fare per gradi, senza correre  troppo. Ho il massimo rispetto per il presente, non voglio pensare ad altro che non sia  quello. Il mio oggi è la LUISS”.

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