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Marco Ballotta, presidente-portiere a 56 anni: “Non credevo in Simone Inzaghi, invece è diventato un grande uomo-Lazio”

BREMEN, GERMANY - OCTOBER 24: Marco Ballotta goalkeeper of Lazio gives instructions during the UEFA Champions League Group C match between Werder Bremen and Lazio at the Weser Stadium on October 24, 2007 in Bremen, Germany.  (Photo by Martin Rose/Bongarts/Getty Images)

Le rivelazioni di Ballotta

Redazione DDD

Vent’anni dopo: «Eravamo seduti nello spogliatoio dell’Olimpico, avevo tolto i guanti e mi mordevo le mani dall’emozione. “Gol della Juve... No, annullato!”. Tutti ad abbracciarci... eravamo campioni d’Italia». Vent’anni dopo il secondo e ultimo scudetto della Lazio, questo è l’amarcord di un portiere di lotte come Marco Ballotta, affidato alla penna di Massimiliano Castellani di Avvenire. Quel giorno, il 14 maggio del 2000, lui era in campo nella gara-tricolore Lazio-Reggina (3-0). Piccola premessa prima di tuffarci nell’epica impresa biancoceleste: Ballotta, che vanta il record di calciatore più anziano ad aver disputato una gara di Champions (a 43 anni e 252 giorni, in Real Madrid-Lazio) alla veneranda età delle 56 primavere compiute va ancora in campo. "Sono tesserato per il Castelvetro, società di Eccellenza emiliana di cui sono anche il presidente. Ma non sto più in porta... Dopo una vita tra i pali voglio divertirmi, sono passato in attacco. Qualche gol lo segnavo già nelle partitelle d’allenamento. E poi – sorride – diciamoci la verità, con i piedi ero più forte di Luca Marchegiani".

"Vero, ma vogliamo parlare della difesa? Gli esterni Negro e Favalli erano una garanzia e noi portieri davanti avevamo la “grande muraglia“: Alessandro Nesta e Sinisa Mihajlovic. Nesta chiudeva tutti i buchi possibili, giocatore mondiale, infatti poi l’ha vinto nel 2006. Sinisa, aveva un carattere particolare, si infiammava per nulla, andava tenuto a freno, ma in campo la sua esplosività faceva la differenza. Da allenatore è diventato più riflessivo e dopo l’ultima prova della malattia è uscito fuori il cuore e il cervello del grande uomo che è». Si emoziona Ballotta a parlare dell’amico Mihajlovic: «A Bologna, dove abito, lo vedo spesso... Gli altri dello scudetto? Sì, con alcuni ci sentiamo, ci ritroviamo alle partite di beneficenza della “Di padre in figlio”, la nostra squadra di ex». Un legame indissolubile e incontri annuali tra i reduci vincenti della Lazio del 2000.

E infine Simone Inzaghi, l’allenatore della Lazio attuale che, prima dello stop da Coronavirus stava tentando di calare il tris tricolore. Di lui, Eriksson di recente ha detto che non si aspettava di vederlo diventare un tecnico di alto livello qual è. "Devo essere sincero? Neppure io ci credevo. Simone da giocatore sembrava un po’ superficiale, ma è cresciuto a pane e pallone e con il tempo ha affinato le sue capacità tattiche. E poi è un vero “uomo-Lazio”, sono vent’anni che vive e lavora a Formello, conosce tutto e tutti". Ma il segreto di questa Lazio formato scudetto pare risieda nella stanza dei bottoni dove operano il suo padre patron Claudio Lotito e il fido dg Igli Tare: «Una bella coppia, gente che sa dove vuole arrivare. Tare è un grande conoscitore del calcio internazionale, fa comprare a poco per rivendere al massimo. Con Lotito la seconda volta, quando sono rientrato alla Lazio nel 2005, non ci siamo lasciati bene... Però gli va dato atto che, nonostante le critiche e le contestazioni pesanti dei tifosi, dopo tutti questi anni ha avuto ragione lui». Ma la consacrazione, per tutti, ora passa dalla conquista del terzo scudetto. Obiettivo possibile?. "Prima dello stop la Lazio giocava il miglior calcio e ha battuto la Juventus due volte, in campionato e in Supercoppa italiana. È una squadra che ha trovato la continuità, quindi tutto è possibile". L’ultimo erede della porta laziale è l’albanese Thomas Strakosha, il quale ha definito la Lazio la squadra degli Avengers e lui è “Spiderman”. "Strakosha ha ancora qualche difettuccio di fabbrica: esce poco dai pali e non comanda sempre la difesa con la giusta personalità, ma è giovane e può ancora migliorare, tanto".

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