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di Marco Varini – Il Celtic mastica amaro ancora oggi per quella sconfitta subita a fine dicembre contro i Rangers. I biancoverdi sono ormai sicuri del primo posto, ma non hanno ancora dimenticato quel risultato di fine 2018: Rangers...

Marco Varini

di Marco Varini -

Il Celtic mastica amaro ancora oggi per quella sconfitta subita a fine dicembre contro i Rangers. I biancoverdi sono ormai sicuri del primo posto, ma non hanno ancora dimenticato quel risultato di fine 2018: Rangers 1-Celtic 0.  Dopo quel derby, dopo quell'Old Firm, i Gers si erano posizionati ai vertici della Premier League scozzese dopo aver vinto proprio l'ultima partita prima della pausa invernale. Ma il Celtic ha poi vinto nove delle successive 10 partite di campionato per aumentare il proprio vantaggio a quota 10 punti, prima di incontrare nuovamente i rivali a Celtic Park.

The Old Firm. Basterebbe questo per sancire l'importanza della sfida, che domenica alle 13.00 scriverà una nuova pagina di storia. Parliamo infatti del mitico derby di Glasgow.  Ma l'acronimo del match non può bastare per comprendere a fondo la storia che si cela dietro alla sfida scozzese. Eh già, perché quello fra Celtic e Rangers non è soltanto un o dei derby più sentiti al mondo, ma una sfida che ha radici profonde, e che rappresenta un vero e proprio stile di vita. A Glasgow la domanda che ricorre è sempre e solo una: "sei del Celtic o dei Rangers?". Non conta nient'altro. Una semplice risposta a questa domanda infatti può raccontare al massimo la vita di ciascun abitante della città di Glasgow. Parliamo infatti di una sfida socio-politica, ma soprattutto religiosa.

Non è una semplice partita di pallone: indipendentisti contro unionisti, cattolici contro protestanti. O si nasce, vive e muore "Tim", o si nasce, vive e muore "Hun". Il Celtic è la squadra dei cattolici, emigrati in Glasgow agli inizi del '900, e tra i supporter sono numerosi gli stendardi irlandesi. In genere la maggioranza del tifo biancoverde  si sente più irlandese o scozzese che britannica.  Essere dei Rangers vuol dire invece essere protestante, e schierati a favore della Regina d'Inghilterra. Si nasce da una parte o dall'altra del fiume Clyde, e non c'è via di scampo. Anche se chi non vuole guai tifa per il Partick Thistle, la terza squadra della città.  Nei Rangers possono giocare soltanto protestanti, nei Celtic solo cattolici. E fino a poco tempo fa era davvero così. L'ultimo muro è caduto nel 1989: Mo Johnston, cattolico ed ex Celtic, fu acquistato dai Rangers, firmando il tradimento. Per muoversi in città aveva bisogno di tre guardie del corpo. Si doveva difendere da tutti: dai tifosi dei Rangers che l'odiavano perché cattolico e da quelli dei Celtic, che lo consideravano un infedele.

Domenica alle 13 una nuova sfida, giocata per la prima volta nel lontano 1890. Una rivalità di vecchia data, sono infatti ben 415 i match disputati fin qui, con un bilancio di 156 vittorie Celtic, 99 pareggi e 160 successi Rangers. L'ultimo precedente è la sfida del 29 dicembre scorso, terminato con la vittoria Rangers per 1-0. La classifica vede il Celtic capolista con 70 punti, +10 sul Rangers, a sole 3 giornate dalla conclusione. I Rangers non potranno raggiungere il Celtic, ma c'è in gioco la supremazia cittadina. E questo a Glasgow conta più di ogni altra cosa.

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