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Mou cambia registro: “Il Chelsea è il passato, è solo una partita, non inviterò Lampard dopo il derby”

Redazione DDD

Mourinho aveva detto in passato: "Non potrei mai allenare il Tottenham, amo troppo i tifosi del Cheslea per farlo"

“Per me è solo una partita” ha detto Mourinho alla vigilia di Tottenham-Chelsea di domenica. Freddo con i Blues, nonostante i buoni propositi degli anni scorsi, e tutto dedito a caricare gli Spurs. Così alla vigilia il tecnico portoghese che ha proseguito: “Per i miei vecchi club ho sempre dato tutto, anche se non ho ricevuto nulla indietro. In ogni caso, le squadre per cui ho lavorato sono il passato. Oggi lavoro per il Tottenham, la partita sarà difficile per la qualità del Chelsea e non per gli aspetti emotivi”.

Stessi passi lunghi e ben distesi nei confronti dell'allenatore avversario che è stato suo giocatore:  “A Lampard voglio bene, ma non lo inviterò nel mio ufficio dopo il match. Prima della partita sarà bello ritrovare persone che consideri amici, e che tali saranno anche dopo. Ma durante i 90 minuti, tutto questo non avrà alcun effetto. Voglio fare di tutto perché i tifosi del Tottenham siano felici. Il mio ufficio è nel nostro quartier generale privato all’interno dello stadio. Finora non ho invitato nessun allenatore lì, e non credo che lo farò con Frank”.

Sarebbe già sufficiente, ma c'è anche l'affondo finale: “Ci sarà un bell’abbraccio, prima e dopo la partita, comunque vada a finire. Gli sarò sempre grato per quello che mi ha dato da giocatore, niente potrà cambiare questo sentimento. Voglio bene a Frank, ma spero che domenica perda”.