VERSO TORINO-JUVENTUS

Ivano Bonetti: “Juve, Juric nel derby ti verrà a prendere e conterà il risultato con il Chelsea”

Redazione DDD

La Champions e gli infortuni nella settimana della disfida della Mole

In merito all’attualità in orbita bianconera e alla settimana che trascinerà la Juventus al Derby della Mole, la redazione di DerbyDerbyDerby.it ha intervistato in esclusiva Ivano Bonetti, calciatore della Vecchia Signora tra il 1985 e il 1987, nonché granata nel 1994-1995. La Juve che hai visto contro la Sampdoria ti è sembrata in salute? “Si è fatto un passo in avanti. Importante aver fatto sei punti nelle ultime due partite”. La Juve subisce sempre gol… “Questo è legato al fatto che dopo Allegri sono arrivati Sarri e Pirlo, che avevano un’idea di calcio più offensiva. Ora Allegri sta cercando di ri-attuare i suoi principi di calcio difensivi, ma ci vuole tempo”.

Ci vuole tempo, ma il presente si chiama Chelsea, che i bianconeri affronteranno privi di Morata e Dybala… “Sono due assenze importantissime e non sarà facile per la Juve. Però è un’arma a doppio taglio”. In che senso? “Nel senso che la loro assenza potrebbe stimolare uno scossone d’orgoglio nella squadra, che potrebbe essere determinata nel volercela fare anche senza di loro. Però il calcio non è una scienza esatta, può succedere di tutto”. Ritieni che prestazione e risultato contro il Chelsea potrebbero avere ripercussioni sull’approccio che la Juve sfodererà nel derby di sabato contro il Torino? “Assolutamente sì. Soprattutto la prestazione. Se la Juve giocherà una grande partita contro i campioni di Europa ci saranno ottime possibilità di assistere a un derby aperto e combattuto”.

Il Toro potrebbe insidiare maggiormente la Juve rispetto agli altri anni? “Secondo me sì. Conosco bene Juric: è un tecnico che ti viene a prendere alto e ti gioca uomo contro uomo. Non sarà facile per la Juve”. C’è un derby di Torino che porti scolpito dentro di te? "Io giocavo in una Juve nettamente più forte del Torino. Giocavamo con grande determinazione, però erano più aperti e combattuti quelli di Marassi…”.