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Il nigeriano sconosciuto: l’incredibile storia di Aliyu Datti Mohammed che portò al Milan Kakà…

Grazie a lui, l'arrivo di Kakà...

Le storie del calcio

Redazione DDD

di Max Bambara -

In tanti fra i tifosi rossoneri probabilmente non avranno memoria di questo ragazzo, ma Aliyu Datti Mohammed è ancora oggi uno dei giocatori più determinanti nella storia del Milan. Non è una battuta, ma un aspetto singolare della storia del club milanista. Il 24 gennaio di 21 anni fa, il giovanissimo Aliyu esordiva infatti con la maglia del Milan a Bologna, precisamente allo Stadio Renato Dall'Ara. Era la prima giornata di ritorno del campionato 1998-99, quello che sarebbe poi coinciso con uno storico ed inaspettato scudetto. L’allenatore Zaccheroni doveva fronteggiare l’emergenza attaccanti ed il Milan giocava col solo Bierhoff in avanti, mentre il giovane Aliyu era stato aggregato in prima squadra dopo essersi messo in luce nella Primavera. Il risultato era fermo sul 2-2 quando il tecnico milanista scelse di azzardare: fuori Leonardo e dentro il giovane attaccante nigeriano, che il Milan aveva preso un anno prima dal Padova perché era considerato un grande talento. Aliyu entrò in campo un pochino spaesato, ma poi iniziò a far vedere qualche giocata; fu bravo a conquistare una punizione al 90esimo minuto al limite dell'area. Tiro di N'Gotty e rete! Nessuno poteva saperlo all’epoca, ma quei tre punti per il Milan sarebbero stati decisivi per la conquista del sedicesimo scudetto, vinto con un punto di vantaggio sulla Lazio. Di Aliyu, in quella stagione, non si avranno più tracce, ma è un fatto che senza il suo spunto utile a guadagnare quel calcio di punizione, oggi il Milan avrebbe uno scudetto in meno. Prima di lasciare l'Italia, il ragazzo giocò solo un'altra partita con la maglia rossonera: a Torino, nell'aprile del 2000, contro i granata. Questa partita continua ad avere una portata nostalgica molto forte per chi sanguina orgogliosamente in rossonero.

Si tratta infatti dell’ultima gara in Serie A di Gigi Lentini, grande giocatore mai totalmente espresso, che nel cuore di molti milanisti è rimasto saldamente impresso per la sua classe e per la sua immensa eleganza. La partita finisce 2-2 ed in quella gara il nigeriano Aliyu non riesce ad incidere (sbaglia anche un gol solo davanti al portiere granata). Eppure succede qualcosa. La società lo manda in prestito in varie squadre. Fa benino al Monza e fa male al Siena, ma il Milan continua comunque a monitorare la crescita del ragazzo. Poi nell'estate del 2003 torna al Milan, determinato a giocarsi le sue carte. Sui giornali in quell’estate si parlava di lui come della quarta punta ormai matura per stare nel Milan. La squadra rossonera è campione d'Europa in carica. Le punte titolari sono Inzaghi e Sheva. Tomasson è la riserva di lusso, mentre Borriello potrebbe anche non rimanere avendo molte richieste in Serie A. Aliyu inizia così a pensare di poter rimanere e magari di potersi mettere in luce. In fondo, si sa, dai migliori si può solo imparare. Improvvisamente però arriva un'offerta a metà estate dallo Standard Liegi e Adriano Galliani lo convince ad accettare la destinazione belga. Alla fine Aliyu dice di sì ed il Milan lo cede.

Fu un momento decisivo per la storia del Milan. All'epoca infatti non si poteva tesserare un extracomunitario senza prima cederne uno. Il Milan aveva in mano Kakà e senza quella cessione era impossibilitato a tesserarlo. Probabilmente, se Aliyu non avesse accettato di andare allo Standard Liegi, Kakà sarebbe finito al Chelsea e non sarebbe esistito il mito del 22 e del Milan dei Meravigliosi di cui Kakà è stato emblema, alfiere e protagonista assoluto. Ad Aliyu pertanto, noi tifosi rossoneri siamo inconsapevolmente "debitori" di uno scudetto e di un ciclo di successi eccezionali, quello legato al Milan di Carlo Ancelotti. Non male per un carneade, con due sole presenze in maglia rossonera, che non ha mai vestito la maglia del Milan a San Siro in gare ufficiali. La bellezza del calcio, in fondo, sta anche in queste singolari vicende. Pertanto, ad oltre 21 anni dal suo esordio in maglia rossonera, è giusto dire grazie ad Aliyu Mohammed Datti. In tanti non sapranno nemmeno chi sia, ma per chi vive di pane e Milan il suo nome non può che strappare il sorriso ogni volta che viene pronunciato.

 

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