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profeta fermato la finale barcajax non avrebbe retto

di Mauro Suma – Quando un Profeta arriva lassù, qualcuno disposto ad ascoltarlo c’è sempre. Profeta del gol, ma pur sempre profeta, in uno sport che su questa Terra alimenta entusiasmi e tensioni, genera gioie e dolori, sposta e...

Redazione Derby Derby Derby

di Mauro Suma -

Quando un Profeta arriva lassù, qualcuno disposto ad ascoltarlo c'è sempre. Profeta del gol, ma pur sempre profeta, in uno sport che su questa Terra alimenta entusiasmi e tensioni, genera gioie e dolori, sposta e mette in contatto le persone fra città diverse, nazioni diverse, continenti diversi. E per il ragazzo di Betendorp diventato inguaribile fumatore, era davvero troppo quello che stava per accadere anche dopo la data del suo passaggio a miglior vita, quel 24 marzo 2016 che resta impresso nella commozione dei tifosi dei lancieri e dei supporters blaugrana.

Non sappiamo se lassù gli stiano ancora consentendo di fumare, ma certamente lui, Johann Cruyff, a testa alta e con l'aria di chi tutto prevede e tutto sa, osserva lo scorrere del suo calcio. Quello che lui ha firmato e trascinato. In due città: una la sua, Amsterdam; l'altra quella di suo figlio, Barcellona. Due città che stavano per affrontarsi, certamente sotto i suoi occhi, nella Finale di Champions League. Deve averci pensato Johann: Madrid non è male, come città della grande sfida fra le mie squadre. L'ho conquistata Madrid, vero? E chiede conferma, con quell'aria insuperabile di chi conosce già la risposta...

Certo che il Profeta del Gol l'ha conquistata, era il 17 febbraio 1974 al Santiago Bernabeu, una data storica per ogni tifoso catalano che si rispetti, la prima gara fra le due grandi di Spagna dopo l'abbandono della carica di primo ministro da parte del “Caudillo” Francisco Franco, che poi sarebbe scomparso da lì a meno di 18 mesi, il 22 novembre 1975. Il regno di Cruyff al posto del regno di Franco. Ma era appunto il Bernabeu, quello...Oggi c'è il Wanda Metropolitano, altro giro, altro mondo, altra storia. In Argentina (alla quale disse no nel 1978 disertando il Mondiale dei Generali) lo chiamano persino Wanda Nara quello stadio...

Ecco, se la finale di Champions League dell'anno 2019 fosse stata in programma al Bernabeu, nello stadio violato dal Profeta, forse i fili da lassù sarebbero stati mossi in maniera diversa sul corner di Alexander-Arnold per esempio...oppure su quell'ultimo sospiro di Lucas Moura. Ma tornare ad agitarsi e a dilaniarsi come fanno laggiù per una partita di calcio in uno stadio di nome Wanda, anche no... Perchè questo sarebbe stato esattamente questo, un tumulto dell'anima, anche da lassù, per Johann Cruyff il derby della sua vita in Finale fra Barcellona e Ajax. Fra San Jordi, il nome di suo figlio, e il negozio di frutta e verdura nella periferia di Amsterdam di papà Manus e di mamma Nel.

No, come faccio. Come si fa? Tifare per una e poi un attimo dopo soffrire per aver tifato, perchè l'altra ne soffre. Quante volte il Barcellona, anche ai tempi di Van Gaal e dei De Boer, ma anche di Rijkaard e di Kluivert, è stato accusato di essere troppo olandese e di essere in questo prigioniero del mito di Cruyff, continuando a inseguire il suo paese, la sua città, le sue gesta. Dopo Cruyff, arrivato in Catalogna da re e ribelle al tempo stesso, da conquistatore e provocatore negli stessi panni, l'osmosi è stata costante nel tempo fra i figli di Aiace e i blaugrana del Camp Nou.

Spesso le due squadre sono state quasi la stessa cosa, dal Profeta in poi sono state forse anche la stessa tradizione. E non si può giocare, o veder giocare che per lui è sempre stata la stessa cosa, contro se stessi. Ha sofferto Johann, ma alla fine  deve aver preferito che se la vedessero fra loro, gli inglesi. Due eliminazioni epiche sono meglio di una finale straziante, soprattutto agli occhi del Profeta. E che serva tutto questo al Barcellona, può aver pensato Cruyff, per cambiare qualcosa del proprio dna nei momenti che contano. All'Ajax non servono lezioni: sono ragazzi e sono già contenti di quello che hanno fatto. A proposito, de Ligt o de Jong o Van de Beek, uno di loro, chi volete voi: ma almeno uno deve andare al Barcellona. Il Profeta su questo non transige.

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