Alessandro Faiolhe Amantino detto Mancini la sera del 9 novembre 2003, ha segnato nel derby contro i biancocelesti il primo gol in campionato del "Tacco di Dio". Il primo di 59 centri in 222 presenze: "Quello al Derby ovviamente è il primo, una serata magica. Poi metto per forza quello con il Lione, in una gara di Champions contro una grande squadra. Al terzo posto è difficile. Scelgo quello contro il Messina, nel gennaio 2005. Perdevamo 2-0 al primo tempo, poi Delneri mi mette dentro. Segnano Totti e Cassano, poi ci penso io, con un gol in cui mi smarco tutti in area di rigore. E poi la metto dentro".
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TROPPO POCO BRASILE IN ITALIA OGGI...
Derby di Roma, Mancini: “Il mio gol di tacco nel derby è diventato maggiorenne”
2003-2021, il gol di Amantino Mancini nel derby resta nella Storia...
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Che atmosfera c'era in quella grande Roma? "Era uno spogliatoio tranquillo, sereno, scherzavamo tanto, soprattutto con i brasiliani - ha ricordato Mancini a Ilromanista.eu -. Non c'erano social, quando finivano le partite o gli allenamenti non si andava su Instagram, Facebook o TikTok. Ci si prendeva in giro, si parlava, si viveva l'umanità. Poi in campo che dire, eravamo una squadra forte, unita, allenata da un grande tecnico come Spalletti. Ci divertivamo tanto. E questo fu fondamentale. Oggi forse si è perso un po' il legame tra il Brasile e l'Italia, anche perché la nostra nazione sta vivendo un periodo particolare, con una generazione di calciatori che non riesce a imporsi. È un fenomeno generale di tutta la Serie A. Guarda l'Inter: non ha nessun brasiliano in rosa, mentre prima aveva Adriano, Julio Cesar, Lucio. E il Milan? Ha preso Messias, altrimenti non aveva nessuno. E prima c'erano Pato, Ronaldinho, Robinho, Dida, Serginho, Kakà. Nomi assurdi, se ci pensi”.
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