Dario Hübner presenta in ESCLUSIVA Brescia-Mantova: il ricordo di Carlo Mazzone, il rapporto con Baggio, il duello Maran-Possanzini, le speranze salvezze delle rondinelle e dei virgiliani
Brescia-Mantova, derby salvezza al Rigamonti, chi vince, regna. Separate da un punto in classifica, entrambe speravano di lottare per obiettivi decisamente diversi ai nastri di partenza, ma la stagione fin qui non è andata secondo i piani, anzi dovranno guardarsi anche le spalle visto che ci sono sette squadre in quattro punti in corsa per non retrocedere.
In esclusiva ai nostri microfoni lo storico doppio ex Dario Hübner ha analizzato il periodo non facile vissuto da entrambe, soffermandosi anche sull'operato dei due tecnici in panchina, Rolando Maran e Davide Possanzini, anche loro doppi ex di questa sfida ad alta tensione. In particolare, Possanzini tornerà per la prima volta da avversario al Rigamonti, un palcoscenico che conosce molto bene.
Con il Brescia, dal 1997 al 2001, Tatanka ha scritto pagine memorabili: 85 gol in 145 partite, l’esordio in Serie A impreziosito da un gol a San Siro contro l’Inter, una retrocessione amara seguita però da un ritorno trionfale nella massima serie.
La Leonessa d’Italia non dimenticherà mai la stagione 2000-2001: in panchina c’era Carletto Mazzone, in campo brillava il talento di Roberto Baggio. E accanto a lui, in attacco, c’era proprio Hubner. Spalla a spalla con il Divin Codino, i due segnarono 34 gol in coppia, facendo sognare un’intera città. Anche se più breve, è stata significativa anche la sua esperienza a Mantova, nella stagione 2004-2005: una sola annata, ma sufficiente per contribuire alla promozione in Serie B dei virgiliani.
Un derby fondamentale sia per il Brescia, sia per il Mantova
"Occupano una posizione di classifica non tranquilla, per entrambe ci sono in palio punti fondamentali".
Per Te è una gara speciale perchè hai indossato entrambe le maglie: se dovessi fare un salto nel passato, qual è il ricordo più bello che conservi con entrambe le maglie?
"A Brescia ho trascorso quattro anni. È stata un'esperienza molto emozionante. Ho avuto l’occasione di giocare con grandi campioni come Roberto Baggio e Pirlo, quindi sono ricordi bellissimi, soprattutto la promozione. A Mantova ho giocato solo un anno, ma ho contribuito alla promozione dalla C1 alla B. È stata una stagione splendida, iniziata bene e finita benissimo. La promozione in A col Brescia e quella B col Mantova sono momenti indimenticabili".
Che compagno di squadra è stato Roberto Baggio, che rapporto avevi con lui?
"Roberto è una persona squisita, umile, si è inserita subito nel gruppo. Per noi era un sogno averlo in squadra, malui si è messo immediatamente a disposizione, senza mai atteggiarsi da prima donna. Un ragazzo bravo e tranquillo".
Il ricordo di Carlo Mazzone
"Mazzone era un allenatore con tantissima esperienza, non ossessionato dalla tattica. Ti lasciava giocare, puntava sulle basi. Quando parlava, lo ascoltavi, ti fidavi di lui perché sapevi che era una guida di grande esperienza".
È da un po’ che sia Brescia che Mantova non calcano palcoscenici importanti. Cosa manca a queste due squadre per tornare ai livelli di un tempo?
"Direi che manca una squadra forte, costruita per vincere il campionato. Sono due situazioni diverse: Mantova, dopo il periodo positivo con il presidente Lori fino alla Serie B, è fallita ed è ripartita dalla Serie C. Dopo la promozione dello scorso anno, ora l’obiettivo principale è la salvezza. Brescia invece è una piazza che, ai tempi dell’era Corioni, era abituata alla Serie A. I tifosi si aspettano sempre di più, ma sono un paio d’anni che la squadra naviga nei bassifondi della classifica. Serve un miglioramento".
Serve una squadra forte, ma anche un bomber alla Hübner...
"Un bomber come Hubner (ride, ndr), o comunque un attaccante prolifico, sicuramente manca, soprattutto in squadre che faticano a segnare. Ma non è sempre colpa degli attaccanti. Quando fanno gol, è merito anche dei compagni che li mettono in condizione. Quando non segnano, spesso è perché non ricevono i palloni giusti. È una responsabilità condivisa: 50% alla squadra, 50% all’attaccante".
Brescia-Mantova, derby anche in panchina: Possanzini tornerà per la prima volta da avversario al Rigamonti
"Possanzini ha fatto un ottimo lavoro lo scorso anno in Serie C, conquistando una promozione inaspettata. A giugno il Mantova era quasi fallito, è ripartito da zero e ha ottenuto la promozione. Un'impresa straordinaria. Quest’anno l’obiettivo è la salvezza, e per ora è in corsa. Maran invece è un allenatore esperto, ha allenato a lungo. Poi, alla fine, sono i giocatori che decidono le partite. Gli allenatori possono parlare tanto o poco, ma in campo ci vanno loro. Chi ha i giocatori più forti, alla fine, è anche più fortunato".