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Il derby del Tronto in Tribunale: proprio Ascoli dichiara fallita la Sambenedettese

Nessun derby marchigiano ha mai avuto luogo in Serie A

Redazione DDD

La rivalità incandescente tra Ascoli e Sambenedettese è fatta di tanti episodi: gli elogi di De Rossi al pubblico sambenedettese, l'orgoglio ascolano di Carletto Mazzone, le imprese bianconere di Giuliano Bertarelli, un derby vinto dalla Samb sotto la neve nel 1971. Da una parte il Rinascimento e le bellezze architettoniche del Piceno, dominate da Piazza del Popolo (una delle piazze più belle d’Italia), dall’altra un porto peschereccio ed una meta turistica di eccellenza in riva all’Adriatico. Entroterra contro mare.

Diventa allora una beffa che proprio il Tribunale di Ascoli Piceno abbia dichiarato il fallimento della Sambenedettese Calcio (girone B della serie C). E’ stato concesso l’esercizio provvisorio al club, per permettere alla squadra di San Benedetto del Tronto di disputare i play off, con primo impegno domenica sul campo del Matelica. Curatori fallimentari nominati dal Tribunale sono i commercialisti Franco Zazzetta, Massimiliano Pulcini e l’avvocato Francesco Voltattorni. Il fallimento era stato chiesto da alcuni fornitori di beni e servizi, ma non dai tesserati benché lamentino di non percepire alcun emolumento da settembre 2020. Si chiude così la parentesi di Domenico Serafino come presidente della Samb. Gli interessati alle sorti del club e quindi a rilevarlo all'asta sarebbero più di uno: si va da un profilo locale al coreano Kim, da Caiata a Moneti e De Sarlo.

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