DDD
I migliori video scelti dal nostro canale

QUEL DERBY SENZA TOTTI E DE ROSSI

Quel “matto” di Spalletti e il rigore parato a Floccari nel derby: Julio Sergio spinge la Roma

Terzo portiere della Roma per tre anni e mezzo, Julio Sergio poi è diventato molto di più, anche grazie ad un derby...

Redazione DDD

"Julio Sergio, ex portiere della Roma, amatissimo dai tifosi giallorossi, nonché ex estremo difensore del Lecce in Serie A, ha raccontato ai microfoni di "Taca La Marca", i suoi derby, la sua esperienza a Roma e nel nostro campionato e non solo, segnalando anche dei talenti del Brasileirao. Ecco le parole di Julio Sergio, attuale viceallenatore del Coritiba (ultimo nel Brasileirao) e membro dello staff di Gustavo Morinigo, ex tecnico della Libertad che è appena sbarcato nel club.

"IL DEBUTTO E I SUOI DERBY - "Il mio debutto avviene contro la Juventus, nell'ultima gara di Luciano Spalletti, facendo una buona prestazione nonostante la sconfitta, e poi sono diventato titolare l'anno dopo con Ranieri. Ho vissuto tanti momenti felici, ma senza dubbio il miglior momento della mia carriera è stato proprio in un derby, la sfida contro la Lazio del 18 aprile 2010, che fu un match estremamente particolare. Siamo andati sotto subendo un gol quasi casuale, molto strano: in quel momento eravamo una grande squadra e giocavamo molto bene, però i derby sono partite a sé, dove può succedere di tutto ed è molto difficile fare previsioni. Mister Ranieri prese una scelta coraggiosa, sostituendo Totti e De Rossi nell'intervallo, e due minuti dopo ci fu quel rigore contro la Lazio: solitamente li tirava Rocchi e noi avevamo studiato lui e in seconda battuta Hernanes, invece tirò Floccari che li calciava raramente. Io ho parato il rigore, poi Mirko Vucinic ha segnato due gol straordinari e abbiamo vinto in rimonta: è stata una sensazione unica e davvero indescrivibile, perché in quel momento eravamo primi e abbiamo creduto ulteriormente allo scudetto, e perché avevamo dato una gioia enorme ai tifosi. Purtroppo quel sogno non si è mai realizzato: sarebbe "bastato" vincere tutte le ultime 5-6 partite e avremmo conquistato lo scudetto, invece non è successo questo. Il calcio è così, è stata una grande delusione".

"LA PREVISIONE DI TONI -"Ho raccontato varie volte questo episodio. Io e Luca Toni eravamo in camera assieme in ritiro, prima del derby vinto in rimonta col rigore parato a Floccari. Scherzavamo, guardando la tv, e lui mi ha detto "Pari un rigore e io faccio gol". O forse viceversa, non ne sono sicuro. E alla fine è andata esattamente come abbiamo previsto, incredibile (ride). Luca è un ragazzo fantastico, un amico. Posso dire di essere onorato di aver fatto parte di quello spogliatoio, e di aver difeso i pali della Roma per quasi due anni".

"IL DERBY - "Mi piace la Roma di Fonseca, come propone il gioco e com'è disposta in campo. Il derby è sempre un match diverso, contano tanto la testa e la pressione extra-campo di cui vieni caricato nei giorni prima della partita, dove tutti parlano solo di quel match: è un'altra storia rispetto a ogni sfida della Serie A. Vedo molto bene la Roma, mi piace come gioca a pallone e la sua idea di calcio: non è pronta per lottare per uno scudetto, ma può tranquillamente arrivare in Champions League e dovrà essere felice se raggiungerà quel traguardo. Con Fonseca sta giocando bene. Personalmente mi auguro che la Roma possa vincere sempre, sarò sempre un loro tifoso. Un pronostico? 2-0 per "noi", sono molto fiducioso".

"SPALLETTI E RANIERI - "Mister Ranieri è un signore, una persona squisita che porta nel mondo del calcio la gentilezza, il rispetto e la cortesia con cui ogni uomo dovrebbe essere trattato in ogni settore. Porta questi valori in un mondo che, purtroppo, non sempre li mette in mostra. Ho un rapporto bellissimo con lui, col suo allenatore dei portieri Claudio Pellizzaro e tutto il suo staff, che mi ha dato molta fiducia. Spalletti è una persona perbene, ma è un po' "matto", ogni tanto può sorprenderti con scelte e mosse che non ti aspetteresti, quando gli partono i cosiddetti "cinque minuti". Mi ricordo che, nel giorno del mio esordio contro la Juventus, sono andato nello spogliatoio poco prima della riunione tecnica, quando scendevo per farmi la barba e mettermi a disposizione, e pensavo di andare in panchina. Lui passa, con la testa e la faccia piena di schiuma da barba perché si stava radendo a sua volta, mi dà una botta sul petto con la mano e mi dice "Sei pronto?" e gli ho risposto che sono sempre pronto. Lì ho pensato che avrei giocato, e nella riunione tecnica Spalletti me l'ha confermato: abbiamo perso, ma ho giocato un buon match".

"LA CURVA SUD - "Stupenda, bellissima. Quando entri in campo e vedi tutti con le sciarpe, senti il boato, senti cantare l'inno... Una sensazione indescrivibile e difficile da rendere a parole. Si fa tanta fatica per arrivare in un club come la Roma, e quando entri in campo sentendo quell'affetto dei tifosi e sapendo che tiferanno per il loro club e anche per te, è davvero bellissimo. Ti senti capace di tutto".

"I PORTIERI DELLA ROMA - "Mi piacciono entrambi, sono portieri esperti. Mirante conosce molto bene il calcio italiano, Pau Lopez ha fatto molto bene fino al primo derby, poi ha perso il posto e ora è tornato a giocare bene: si alternano, ma io penso che il club dovrebbe puntare con continuità su uno solo dei due portieri. Servono sicurezze, l'alternanza sul lungo periodo può essere deleteria in un club come la Roma: credo che sarà così, e che la società e Fonseca prenderanno una decisione presto. I tifosi mi dicono "Se fossi ancora qui, saresti tu il titolare", ma io nel calcio di oggi forse non sarei neppure sceso in campo! Io sono basso per gli standard attuali, ora vogliono tutti i portieri da 1,90/2m: non importa se non prendono la palla, però i portieri devono essere altissimi (ride)".

"KAIO JORGE, GABRIEL MENINO E BRENNER - Di Kaio Jorge ho già parlato in precedenza, è un ragazzo che può fare tutto. Ha tecnica, predisposizione al sacrificio, dedizione, senso del gol e pur non essendo molto alto è sempre sul pallone e fa sempre i movimenti giusti. Il Santos ha questa predisposizione per i giovani: ogni sei mesi/un anno sfoderano un talento e poi hanno Cuca, un allenatore enorme che ha già vinto la Libertadores con l'Atletico Mineiro. Brenner è un altro giocatore dalle qualità assolute: il Brasileirao sta sfoderando molti talenti, che hanno bisogno di crescere con calma e quando sbarcheranno in Europa avranno bisogno di quella pazienza e fiducia che hanno già in patria. Lo stesso discorso vale per Gabriel Menino, che è perfetto per il calcio più dinamico e veloce che vediamo ora in Brasile. Potrebbe sbarcare in Europa, ma avrà bisogno di tempo per confermarsi: quel tempo che due talenti assoluti come Coutinho e Gabigol non hanno avuto all'Inter, salvo poi affermarsi in altre piazze dove invece hanno avuto fiducia assoluta. Questi ragazzi arrivano spesso da situazioni difficili, economicamente e non, s'impongono nel calcio brasiliano e poi arrivano in Europa, dove si pretende che siano incisivi da subito e li si carica di pressioni enormi: credo che i tre giocatori che abbiamo citato, se messi nelle giuste condizioni, potrebbero fare molto bene nel Vecchio Continente".

tutte le notizie di

Potresti esserti perso