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s siro resta piedi avanza occhio al referendum

di Mattia Marinelli – Oggi nessuno ricorda più le zolle che si sollevavano sul campo dopo la posa della copertura e del terzo anello,  con un terreno così disfatto che costrinse il Milan ad andare a giocare a Bologna la finale di...

Redazione Derby Derby Derby

di Mattia Marinelli -

Oggi nessuno ricorda più le zolle che si sollevavano sul campo dopo la posa della copertura e del terzo anello,  con un terreno così disfatto che costrinse il Milan ad andare a giocare a Bologna la finale di Supercoppa Europea. Oggi nessuno ricorda più che lo stadio ha due nomi, che i tifosi milanisti lo chiamano San Siro e gli interisti Meazza. Oggi nessuno elenca più le spese che sono state fatte di continuo, quasi ogni estate, bloccando in qualche caso i concerti, per riammodernare e adeguare lo storico impianto alle esigenze Uefa.

Oggi, in una città, Milano, molto diversa da una Torino dove il cordone ombelicale fra Fiat, amministrazione comunale e famiglia Agnelli rende le cose più fluide e veloci, è scattata l'ora della lacrima. Ci sta, mancherebbe, va rispettata. San Siro è un monumento, grandi firme aborrono l'idea dell'abbattimento, lo considerano un crimine. Non mancano di certo sui quotidiani le storie della Scala del Calcio, con tutti i derby giocati, il concertone di Bob Marley, i segreti  di Herrera e Rocco, di Sacchi e Mourinho. La storia di un San Siro che ha 92 anni ma li porta alla grande.

Ma se Milan e Inter stanno insieme dimezzando i costi, i club avranno più ricavi, potranno svoltare anche sul mercato.  Proprio agli innamorati di San Siro, diciamo che non si può condannare questo vero e proprio monumento ad ospitare le recite minori degli ultimi 7 anni. La stima di 2 anni e mezzo dalla prima pietra all'inaugurazione dovrebbe incoraggiare gli scettici. A proposito, la nuova creatura non si chiamerà Meazza, ma subentreranno i naming rights con nuovi introiti.

C'è un piccolo "ma": prima che le ruspe possano iniziare la loro marcia su San Siro bisognerà fare i conti con la volontà popolare. L'ipotesi del referendum cittadino non è campata per aria: da Palazzo Marino si levano già infatti boati di guerra. Curioso che l'idea dello stadio da 60mila posti ricostruito a margine dell'attuale San Siro veda il Milan in prima linea, ma proprio i piccoli azionisti del Milan abbiano già sfornato uno studio dal quale si desume che il tetto dei 60mila spettatori negli ultimi 18 anni è stato superato 82 volte dai tifosi rossoneri.

Accordo Inter Milan per ricostruire San Siro nelle vicinanze e ciao San Siro dunque. Ma occhio alla politica, che a roma sta già mettendo in minoranza la sindaca Raggi sul progetto del nuovo stadio della Roma. Il sindaco milanese Beppe Sala è un uomo politico e ascolta le voci della città. Ecco perchè il Comune preferirebbe la ristrutturazione di San Siro.Potrebbe poi profilarsi all'orizzonte la classica soluzione all'italiana , visto che l'abbattimento ha costi enormi: si potrebbe ma lasciare in piedi San Siro, ma sarebbe una cosa seria?

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