editoriali

Coltelli nerazzurri e ripicche legali: il derby fratricida fra Icardi e l’Inter

Volano gli stracci fra l'Inter e Mauro Icardi

L’attaccante da giocatore di punta e capitano a indesiderato. Una vicenda dove il confine tra colpevoli e innocenti sembra immerso nella nebbia.

Redazione DDD

di Elena Rossin -

Era l’estate del 2013 quando Mauro Icardi arrivò all’Inter dalla Sampdoria e non aveva ancora compiuto vent’anni, ma si era già messo in mostra per la sua capacità a segnare e per essere un centravanti che anche grazie alla forza fisica sapeva imporsi. Nel secondo anno in nerazzurro insieme a Luca Toni è il più prolifico giocatore della Serie A con ventidue reti. La sua fama si accresce in capo e fuori si accresce. Sposa Wanda Nara ex moglie di Maxi Lopez, suo compagno nella Sampdoria. Nella stagione successiva riceve la fascia da capitano da mister Mancini e continua a segnare e lo fa anche quando l’allenatore dell’Inter è Frank de Boer arrivando a ventiquattro reti in campionato. Nella stagione 2017-2018 sulla panchina dell’Inter si accomoda Luciano Spalletti e il 18 marzo 2018 Mauro grazie a un calcio di rigore alla Sampdoria realizza il suo centesimo gol da interista, in quella partita di reti ne realizzò ben quattro. A fine campionato con Ciro Immobile divide lo scettro di capocannoniere, dei ventinove gol solo sei su calcio di rigore a differenza dei sette del laziale. Nella storia dell’Inter solo Antonio Angellillo nel 58-59 ha fatto meglio realizzando trentatre gol.

Icardi sembrava destinato ad essere una stella luminosissima ancora per anni nel firmamento nerazzurro, ma nella scorsa stagione il suo fiuto per il gol è un po’ calato pur arrivando a quota diciassette e con la società le frizioni su questioni relative al rinnovo del contratto e alla sua vita privata, un po’ troppo esposta in pubblico, sono aumentate fino a quando a febbraio gli è stata tolta la fascia da capitano. Per settimane ha vissuto da separato all’interno dello spogliatoio, con tanto di infortuni dichiarati dal giocatore e non convocazioni da parte dell’allenatore avvallate dalla società. Nel frattempo la moglie procuratrice in televisione e sui social ha fatto da cassa di risonanza ai problemi del marito con compagni, allenatore e società e parte dei tifosi gli ha voltato le spalle. Quest’estate si è tanto parlato di un possibile addio di Icardi all’Inter e con l’arrivo di Antonio Conte alla guida della squadra e prima ancora (13 dicembre 2018 ) di Giuseppe Marotta come amministratore delegato per l’area sportiva le possibilità che Mauro e l’Inter tornassero a vivere insieme in armonia sono definitivamente sfumate. Tanto più dopo l’approdo all’Inter di Lukaku che ha preso la maglia numero nove che era di Icardi. Il giocatore, infatti, non rientra più nei piani societari. Icardi, però, con il club nerazzurro ha un contratto fino al 2021 e non ha intenzione di andare via.

Le controversie fra l’Inter e Icardi quest’estate sono sempre state in bilico con Mauro che viveva da separato in casa e con la possibilità che l’attaccante potesse alla fine andare via fino a quando alla società non è arrivata la comunicazione che chiedeva il reintegro immediato del giocatore in squadra, lettera presentata al collegio arbitrale, e il risarcimento danni per 1,5 milioni di euro.  Nella lettera sono elencati tutti gli “sgarbi” che Icardi ritiene di aver subito dall’Inter: dall’esclusione dalla parte tattica degli allenamenti o dall’essere utilizzato nelle partitelle cinque conto cinque solo come sponda al non aver più la fascia da capitano, dal non essere utilizzato neppure nelle amichevoli all’essere stato estromesso dalla chat della squadra in cui sono comunicati orari di ritrovi e convocazioni, dal non aver più la maglia numero nove al non essere stato incluso nelle campagne marketing e promozionali del club. Ora si attende la contromossa dell’Inter. Il mercato chiude lunedì due settembre alle ore 20, solo allora, forse, ci sarà l’epilogo fra Icardi e l’Inter. Chi alla fine sarà colpevole e chi innocente non è chiaro e c’è la possibilità che il confine fra queste due posizioni rimanga immerso nella nebbia milanese e che il derby fratricida si concluda con il più triste degli zero a zero.

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