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PRIMA GUARDATO CON SOSPETTO, POI SUBITO AMATO

Da downgrade a punto fermo: la nuova dimensione di Maignan

Da downgrade a punto fermo: la nuova dimensione di Maignan - immagine 1

Eppure in tanti scrivevano che il Milan senza Donnarumma e con Maignan fra i pali aveva perso 15-20 punti ed era nettamente più debole della scorsa stagione.....

Redazione DDD

di Max Bambara -

Riavvolgere il nastro è sempre utile, perché consente di ponderare le analisi, di riguardare le cose da una angolatura diversa, con occhi meno lucidi e più obiettivi. Quando alla fine di maggio della scorsa stagione il Milan annunciò l’arrivo di Mike Maignan, le reazioni non furono unanimi nell’approvazione di tale scelta. Tutt’altro. Il portiere transalpino aveva appena vinto la Ligue1 con la maglia del Lille ed era stato eletto miglior portiere del campionato francese soltanto da pochi giorni, ma nei tifosi rossoneri ed in molti addetti ai lavori le perplessità sul nuovo estremo difensore rossonero erano pesanti. Le stesse perplessità venivano acuite da giudizi non particolarmente generosi o esaltanti da parte degli addetti ai lavori che giudicavano Maignan un discreto elemento, ma un vero e proprio salto nel vuoto dal punto di vista della sicurezza e della competitività. In molti addirittura scrivevano che passare da Donnarumma a Maignan rappresentava un evidente downgrade rispetto al livello di competitività della precedente stagione, in quanto il primo rappresentava una certezza, mentre il secondo era una vera e propria incognita. Qualcun altro, forse con spirito un po’ troppo “partigiano”, scriveva addirittura che il Milan avrebbe perso 15-20 punti con il cambio di portiere. Il clima che attendeva Maignan non era insomma molto positivo, ma terribilmente acre, prevenuto, melmoso, con un ambiente attorno al Milan prontissimo a sparare a zero alle sue prime incertezze, ai suoi primi errori, su qualche sbavatura che, ragionando con equilibrio, avrebbe potuto esserci, visto che ogni giocatore straniero che arriva in Italia paga un certo pedaggio chiamato “adattamento”. Mike, invece, questa tassa non ha dovuto pagarla perché, sia durante le amichevoli estive, sia durante le prime nove partite ufficiali della stagione, il suo rendimento è stato eccellente e non soltanto come portiere.

Da downgrade a punto fermo: la nuova dimensione di Maignan- immagine 2

(Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

I milanisti infatti si sono resi conto di avere fra i pali un vero e proprio giocatore, che partecipa al gioco e che, in modo straordinario, conosce e sa innescare i tempi di gioco della squadra. Il primo gol stagionale del Milan, realizzato da Brahim Diaz a Genova contro la Sampdoria, nasce da un bellissimo assist di Davide Calabria ma, soprattutto, è figlio di un lancio millimetrico di Mike Maignan che consente al terzino rossonero di prendere d’infilata la difesa blucerchiata, non ancora perfettamente piazzata, sorpresa dalla rapidità di giocata e di esecuzione del portiere rossonero. In poche settimane, Iron Mike è diventato un idolo per i milanisti, un vero e proprio toccasana dopo gli ultimi 4 anni conditi dai tormenti e dai silenzi rumorosi del giovane Gigio, così milanista a parole e così fantasma al momento del dunque. I tifosi rossoneri, senza nemmeno aspettarselo, non si sono ritrovati un semplice portiere, ma un vero e proprio uomo squadra. E così, quando tre giorni fa è giunta la notizia dell’operazione al polso per Mike, lo sconforto e la negatività hanno avuto la meglio sulla ragione. Chi l’avrebbe mai detto! Se solo a giugno qualcuno avesse profetizzato le crisi isteriche e le scene di ordinaria disperazione per un infortunio a Maignan, in molti si sarebbero meravigliati, perché si trattava di un giocatore osservato tramite le lenti del pregiudizio peloso. Ed invece, oggi, due mesi di assenza per Maignan, vengono visti come una vera e propria iattura, come qualcosa di inaccettabile, nonostante il Milan abbia appena tesserato Antonio Mirante che, nella scorsa stagione, ha difeso con buone prestazioni i pali della Roma. Lo sconcerto di oggi è figlio delle prestazioni sul campo di Mike Maignan, prestazioni che hanno consentito al pubblico rossonero di amarlo subito e di rendersi conto di avere fra le mani un grandissimo portiere, con una personalità unica. Il mondo, però, non finisce con Maignan.

Fra due mesi Mike tornerà ad essere un punto di forza rossonero. Nel frattempo, se il Napoli che precede il Milan in classifica, si trova a punteggio pieno con il controverso Ospina titolare e con il giovane ma sempre incerottato Meret come sua riserva, sarà il caso di iniziare a familiarizzare col concetto che si possono affrontare due mesi con Tatarusanu e Mirante senza per forza di cose piangere a dirotto per un funerale che non c’è. La vita ed il calcio vanno comunque avanti: proprio il Milan, durante la scorsa stagione, ha dato lezioni a tutti su questo argomento.

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