SOTTOVALUTATI MA IMPORTANTI

Due rientri fondamentali

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In una squadra servono i campioni, ma sono indispensabili anche i giocatori funzionali

Redazione DDD

di Max Bambara -

Arrigo Sacchi usava spesso argomentazioni particolari, utili a stimolare riflessioni pregnanti, quando doveva convincere i grandi campioni a fare qualche corsa all’indietro, oppure ad aiutare la squadra con un pressing estenuante. Sacchi, d’altronde, è stato l’uomo che ha cambiato il calcio in Italia, comunque la si pensi sul suo conto. Senza voler peccare di blasfemia calcistica, a nostro avviso è corretto evidenziare come, nel calcio moderno, vi sia un pre Sacchi ed un post Sacchi, perché dopo l’avvento del tecnico di Cesenatico è cambiato completamente il modo di pensare e di vedere il calcio sia in Italia e sia in Europa.

Il momento in cui tutto è cambiato...

Con Arrigo, si è iniziato a ragionare sull’idea di “fare la partita” anche in trasferta come se si giocasse in casa. La modifica della regola del gol in trasferta nella Champions League è datata 2021, ma trova le sue radici alla metà degli anni 80, quando un signore che allenava il Parma in Serie B venne preso da Silvio Berlusconi per allenare il suo Milan, con l’obiettivo dichiarato di vincere e convincere, perché la vittoria senza merito veniva considerata meno bella e non sufficientemente degna. Inoltre, con Sacchi, si è iniziato a parlare del pressing sistematico. Non a caso, spesso, ancora oggi, quando una squadra riesce a pressare in maniera furiosa l’avversario, non è casuale sentire il telecronista definire quel pressing “sacchiano”. Le parole di Sacchi, sia del passato remoto, sia del passato recente, hanno quindi un loro peso ed una loro importanza. E, in certe occasioni, meritano di essere riprese per spiegare e, magari, provare ad implementare concetti attuali. Per esempio Arrigo Sacchi diceva spesso che un giocatore tocca il pallone mediamente per quasi 2 minuti su 90 in tutta la partita; pertanto non è possibile giudicare un calciatore soltanto da quello che fa quando ha la palla fra i piedi, ma è necessario considerare anche quello che fa senza il pallone. Ecco se prendete questa frase, la esaminate nella sua complessa ovvietà, potrete comprendere come una partita non possa essere giudicata esclusivamente sulle immagini salienti che vengono riproposte alla fine del match; una partita va infatti giudicata rivedendola più volte e, in alcuni casi, raffrontando le impressioni del campo con i dati statistici. Tornando all’osservazione di Sacchi sulla valutazione dei giocatori anche senza palla, azzardiamo una domanda e, nel contempo, una riflessione.

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Sapete quali sono i giocatori del Milan attuale che, statistiche alla mano, fanno più movimento senza palla, un movimento che è funzionale al possesso e alle giocate dei compagni, nonché allo sviluppo della manovra offensiva? Sono Davide Calabria e Alexis Saelemaekers. Usando una vecchia metafora, potremmo dire che il Milan ha una fascia destra di lotta ed una fascia sinistra di governo. Ma, andando oltre questa metafora, dobbiamo anche dire che nelle ultime partite di ottobre e novembre scorso, nello sviluppo della manovra, il Milan ha pagato moltissimo l’assenza contemporanea di questi due giocatori che fanno cose poco visibili ad un occhio non particolarmente attento, ma che permettono di dare dimensione concreta al “piolismo”, ossia allo stile di gioco che Stefano Pioli è riuscito a dare al Milan in questi ultimi 3 anni. Tante delle partite abuliche in trasferta del Milan in campionato si spiegano analizzando due aspetti. In primis ci sono scelte tattiche molto diverse da parte degli avversari. Adesso viene pressato molto meno il primo possesso rossonero e chi gioca contro il Milan predilige giocare un calcio molto spartano, abbassando i mediani sulla linea difensiva per creare densità e togliere spazi. In secondo luogo tuttavia, non si può non rilevare che abbia inciso moltissimo l’assenza contemporanea di due giocatori fondamentali per quei movimenti senza palla che consentono alla squadra di avere più sbocchi di manovra, nonché opzioni di scarico più dinamiche e meno statiche. Nelle ultime tre trasferte di campionato (Verona, Torino e Cremona) il Milan ha segnato solo 3 reti ed ha creato pochissime occasioni da gol. Contro la Salernitana invece il Milan ha segnato 2 gol ed ha creato tantissime occasioni, tanto che il migliore in campo è stato senza ombra di dubbio il nuovo portiere dei campani. Non è un caso che nelle ultime tre trasferte mancassero Calabria e Saelemaekers, mentre contro la Salernitana entrambi fossero in campo. I movimenti senza palla sono importanti esattamente quanto le giocate di Theo Hernandez e Leao. Si tratta di piccoli particolari, spesso sottovalutati, ma che contribuiscono a costruire le grandi partite. Il calcio, d’altronde, è uno sport collettivo e come tale va analizzato.

 

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