editoriali

Gli arbitri e la tecnologia: un derby per il calcio

Var e Goal-Line Technology: eppure si polemizza lo stesso

Goal-Line Technology, Var strumenti tecnologici che aiutano l’arbitro a non commettere errori, ma che da alcuni sono visti come strumenti che ne depotenziano il potere decisionale.

Redazione DDD

di Elena Rossin -

Una volta c’era l’arbitro che aveva a supportarlo due guardialinee, poi è arrivato il quarto uomo, a seguire i giudici di porta sostituiti poco dopo dalla Goal-Line Technology, che stabilisce se la palla ha superato totalmente la linea di porta e quindi è effettivamente gol, e adesso c’è anche il Var, Assistente al Video dell'Arbitro, con tanto di Avar, Vice Assistente al Video dell'Arbitro. L’arbitro rimane il giudice supremo colui che prende la decisione finale, ma ad aiutarlo ci sono tre persone in campo più altre due davanti ai monitor che ricevono le immagini delle telecamere posizionate in campo e che controllano alcuni aspetti della partita (assegnazione di un gol, assegnazione di un calcio di rigore, espulsione diretta e non la quella da somma di ammonizioni, errore d’identità nel csi di cartellino giallo o rosso) avvalendosi anche di strumenti (tracciare le linee ad esempio nel caso del fuorigioco e immagini tridimensionali) e tecnici specializzati  nel trattamento delle immagini e degli strumenti tecnologici per verificare i casi sospetti e segnalano appunto all’arbitro se ci sono delle irregolarità. In teoria il margine d’errore è ridotto, il risultato della partita è quello prodotto dalla forza delle squadre in campo e l’arbitro dovrebbe essere felice e contento di tanto aiuto. E giocatori, allenatori, dirigenti e tifosi dovrebbero, grazie a tutto questo, sentirsi tutelati sulla regolarità delle partite.

Non è del tutto così. Infatti, nonostante le regole del giuoco del calcio e la tecnologia a disposizione le polemiche non mancano e tanto meno gli errori anche clamorosi. L’ultimo in ordine temporale la caduta in area di Mertens che ha portato l’arbitro Massa ad assegnare il rigore e il Var Valeri a non segnalare l’errore invitando Massa ad andare a rivedere l’azione nel monitor a bordo campo, dove avrebbe potuto contattare dalle immagini che il giocatore del Napoli non è stato toccato da Castrovilli della Fiorentina.

La tecnologia che doveva dissipare i sospetti, di eventuali favoritismi o della cosiddetta sudditanza psicologica dei giudici di gara nei confronti delle grande squadre a discapito di quelle più piccole, e non far neppure nascere le polemiche non sembra essere sufficiente. La Goal-Line Technology effettivamente ha eliminato il problema del gol non gol e messo d’accordo tutti, decisamente meno il Var. In più ci sono alcuni arbitri e guardialinee e anche designatori che preferirebbero che questa tecnologia non ci fosse. Chi non la vuole forse teme che la centralità del potere decisione dell’arbitro venga sminuita, o la ritiene inutile perché non sempre dalle immagini si può capire al di là di ogni ragionevole dubbio come si è effettivamente svolta una determinata azione in quanto la tecnologia non ha la percezione, ad esempio, dell’intensità o della volontarietà di un fallo.

Certo non sempre si può vedere, anche con le tante telecamere presenti in campo, da tutte le angolazioni un fallo. Come la visuale dell’arbitro può essere impallata da un giocatore altrettanto può esserla quella di una telecamera. L’intensità di un contrasto o la volontarietà di un fallo non può stabilirla un algoritmo, ma che la tecnologia sia di per sé un supporto utile è innegabile. Ovviamente, però, va utilizzata bene e bisogna saperla padroneggiare. Non ultimo ci vuole uniformità di utilizzo andando sempre ad analizzare tutti i casi sospetti da parte di Var e Avar e gli arbitri non devono solo affidarsi al silent check, il controllo silente di Var e Avar, ma andare a verificare di persona al monitor situato a bordo campo. Ci vuole anche uniformità di giudizio poiché non può accadere che un fallo in una partita sia sanzionato e un altro uguale in altra gara no.  Il derby tra arbitri e tecnologia è in pieno svolgimento e gli arbitri hanno il possesso palla, quindi, sta a loro vincere o perdere la loro personalissima partita, il calcio fiducioso aspetta l’esito finale.

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