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I gol mancanti: Milan, servono più reti su azione dai centrocampisti

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Sette centrocampisti in gol

Redazione DDD

di Max Bambara -

Da quando Stefano Pioli ha cambiato sistema di gioco del Milan nel gennaio del 2020, la squadra rossonera ha letteralmente svoltato. Inizialmente Pioli è passato dal consueto 4-3-3 che aveva caratterizzato le annate precedenti (con Montella prima e con Gattuso successivamente) ad un più solido 4-4-2, per poi virare nel giro di poche partite verso un 4-2-3-1 con concetti di calcio molto moderni ed in linea con il calcio europeo. In molti giustamente ricordano come punto di svolta per il Milan l’arrivo di Ibrahimovic all’inizio di gennaio del 2020. Tale circostanza è stata fondamentale per permeare uno spirito di gruppo diverso e per dare alla squadra un’etica del lavoro e della professionalità maggiormente scrupolosa. Tuttavia, non si può prescindere dall’evidenziare come, anche grazie al mutamento di abito tattico, il Milan abbia potuto intraprendere un percorso netto di ritorno alla competitività. In quel sistema di gioco, mutuato da Stefano Pioli sulla base del materiale tecnico ed umano a sua disposizione, l’attaccante esterno di sinistra è chiamato a rappresentare la seconda punta della squadra, mentre l’attaccante esterno di destra è portato a svolgere maggiormente compiti da centrocampista. Di fatto quando si parla di “attacco” del Milan, Rafael Leao e Rebic vengono considerate vere e proprie punte al pari di Ibrahimovic e Giroud, mentre Saelemaekers e Messias (ma anche Castillejo e Diaz) vengono ritenuti dei centrocampisti. Proprio in riferimento alla dizione “centrocampo” del Milan possiamo e dobbiamo evidenziare come l’intero reparto della squadra di Pioli debba fare un ultimo salto in avanti sul piano della qualità.

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I centrocampisti del Milan (tutti) devono sostanzialmente segnare di più su azione, per dare alla squadra maggiori alternative quando la fonte di giocata principale (Leao) non riesce ad incidere o quando le prime punte (Ibra o Giroud) vengono marcate strette. I numeri da questo punto di vista sono abbastanza emblematici. Nella stagione corrente, ad inizio marzo, ossia a 11 partite dalla fine del campionato, il centrocampista rossonero che ha segnato di più su azione in Serie A è Messias (4 reti), seguono Franck Kessié (3 reti) insieme a Brahim Diaz (3 reti, ma il suo score realizzativo è fermo al mese di ottobre). Ci sono poi Bennacer (1 gol fondamentale contro il Bologna), Tonali (1 gol contro l’Atalanta), Saelemaekers (1 gol contro la Salernitana) e Krunic (0 gol finora). Tredici gol totali su azione (non sono compresi i due rigori realizzati da Kessié e il gol su punizione di Tonali contro il Cagliari) per sette giocatori del centrocampo rossonero indicano una tendenza abbastanza marcata in senso non positivo. Ed è proprio qui che il Milan deve invertire la rotta. Sia la mediana, sia la trequarti milanista possono e devono dare un contributo maggiore in fase realizzativa. C’è chi come Tonali deve sfruttare maggiormente la conclusione da fuori area, chi come Kessié può dare più efficacia ai suoi inserimenti senza palla in area avversaria e chi come Saelemaekers deve imparare ad essere meno frenetico nelle scelte finali e nella lucidità sotto porta. Si tratta di dettagli che, se sistemati, possono incidere in maniera determinante su questo scorcio finale di stagione.

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