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ATTENZIONE AI SALTI NEL VUOTO

Il derby degli squilibri di cassa, differenze fra Elliott ed Oaktree: il valore della sostenibilità

VERONA, ITALY - MARCH 07: Tomori Fikayo of AC Milan looks on after the Serie A match between Hellas Verona FC  and AC Milan at Stadio Marcantonio Bentegodi on March 07, 2021 in Verona, Italy. (Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)

L'Inter ha una esposizione debitoria che supera quota 900 milioni di euro, mentre il Milan cinese aveva un unico debito obbligazionario di 128 milioni.

Redazione DDD

di Max Bambara -

Non è vero che il Milan quest’anno avrà Fikayo Tomori per tutto il campionato, mentre l’anno scorso lo ha avuto per metà campionato. I numeri smentiscono ciò; il Milan ha acquisito Tomori nel mese di gennaio 2021, ma il ragazzo è diventato un titolare della squadra rossonera soltanto il 28 febbraio nella partita dell’Olimpico contro la Roma. Prima di quella gara, la coppia centrale titolare era composta da Simon Kjaer e da Alessio Romagnoli: non a caso, nella settimana precedente la partita contro i giallorossi, il Milan aveva perso il derby con Tomori in panchina. L’ex difensore del Chelsea, sino a quel momento, aveva giocato soltanto due gare di campionato (contro Bologna e Crotone), partite in cui aveva fatto vedere buone cose e qualità importanti, ma nelle quali aveva dimostrato di non essere ancora perfettamente integrato nei meccanismi difensivi della squadra di Stefano Pioli. Quello del difensore centrale, d’altronde, non è un ruolo come tanti: insieme a quello di regista basso, è uno dei ruoli in cui, per giocare, serve essere pienamente organici alla squadra, serve conoscere i codici dell’equilibrio e le caratteristiche dei compagni, è necessario avere conoscenze oggettive che devono, per forza di cose, abbinarsi alle qualità individuali. Per Tomori, durante il primo mese e mezzo di Milan, c’è stato tanto studio e moltissimo apprendistato. Il ragazzo ha dovuto capire come calarsi bene nel pacchetto arretrato milanista e come mettere a disposizione dei propri compagni le sue qualità atletiche e di rapidità sui venti metri. L’intelligenza e l’acutezza l’hanno aiutato, ma i numeri dicono che Tomori è diventato un titolare del Milan (e quindi una certezza) soltanto all’alba del mese di marzo 2021: tre mesi veri, a fronte di una stagione intera da leader e da protagonista assoluto come sarà invece nel campionato che sta per avere inizio. Il Milan quindi ha un rinforzo in più vero, concreto. Tomori, dal 28 febbraio 2021, ha giocato, senza interruzioni o turnover, 15 partite di campionato consecutive, con 30 punti conquistati, una media da Champions League.

 (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

(Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

Fra la scorsa stagione e la prossima, la variabile Tomori sarà senza dubbio impattante e determinante e sarà una delle travi portanti dell’idea di calcio sostenibile che questo Milan sta portando avanti con orgoglio e fierezza. Il Milan del fondo Elliott, negli ultimi 3 anni, è stato ricapitalizzato per oltre mezzo miliardo di euro, a fronte di una contestuale riduzione dei costi e di un accrescimento del valore tecnico dell’organico, certificato dal raggiungimento del secondo posto in campionato nella scorsa stagione. In tanti continuano a fare un parallelo fra la situazione dell’Inter di oggi, con le quote in pegno al fondo americano Oaktree, con quella del Milan del 2017 che poi, nell’anno successivo, divenne proprietà del fondo Elliott tramite l’escussione del pegno. Le similitudini finiscono qui però perché c’è una differenza non secondaria. Il Milan cinese aveva un’unica esposizione debitoria di 128 milioni di euro, in ragione di due bond emessi dalla precedente società e garantiti proprio dal fondo Elliott. Questa Inter, invece, ha una esposizione debitoria molto più ampia che supera quota 900 milioni di euro (630 milioni certificati a bilancio più 275 milioni prestati dal fondo americano). Quel Milan aveva squilibri di cassa (che determinavano passivi di bilancio a tre cifre), ma era sano finanziariamente; questa Inter ha squilibri di cassa (che determinano passivi di bilancio a tre cifre) e, dal punto di vista finanziario, ha un macigno sopra le spalle che ne condizionerà qualsiasi piano per il futuro. D’altronde non è un mistero che oggi il calcio abbia costi non tollerabili e che la sostenibilità di un progetto sia più importante di qualsiasi volo pindarico del momento. Nessun titolo, in fondo, vale un salto nel vuoto, perché quando il conto da pagare è sin troppo salato, si fa fatica ad assaporare persino il dolce retrogusto dell’ultima vittoria.

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