Analisi di Laura Rossetti per ClubDoria46.it -


I SAMPDORIANI, C'E' SCRITTO STADIO COMUNALE MA...
Il derby dei murales, Sampdoria indispettita
Il caso dei murales e lo stadio Luigi Ferraris
Lo aveva capito Mantovani e lo constatiamo, purtroppo, ancora oggi. Nonostante in questi 75 anni la bandiera della città abbia fatto il giro d’Europa grazie a una sola parte sportiva di città e nonostante in giro per il mondo la Sampdoria sia la squadra più identificativa del capoluogo ligure. Non stiamo qui ad elencare tutti i colpi bassi inferti, negli anni, a questa parte, per qualcuno meno importante evidentemente, del Bisagno. A livello politico soprattutto, dove “l’arroganza” rossoblù l’ha fatta da padrona. Quasi sempre. È il caso, l’ultimo, dei Murales fatti sotto la Gradinata Nord. Disegnati bene… può anche darsi, e forse i tifosi del Genoa hanno anche fatto bene a farli.
Abbelliscono uno stadio che versa in condizioni quantomeno fatiscenti, e rende alla perfezione un senso di appartenenza che caratterizza tantissimo il tifo e la passione genovese rispetto ad altre realtà. Da una parte e dall’altra. Giusto precisarlo. Il problema non sono i tifosi ma le istituzioni, che secondo una dubbia discrezionalità, decidono se un reato si possa definire tale o meno. Se colorare, dipingere, imbrattare un muro di proprietà del comune non è da considerarsi reato, quindi punibile dalla legge, chiunque (o forse no?!?) abbia capacità artistiche di un certo livello può sentirsi autorizzato ad armarsi di pittura e pennelli e andare a decorare qualsiasi spazio comunale?
Sarebbe interessante conoscere i volti dei critici d’arte in questione per capire fin dove ci si possa spingere. Quali spazi possano essere usati come quadri da esposizione e quali, invece, come di recente è successo, possano costare sanzioni penali.
© RIPRODUZIONE RISERVATA