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LA DITTATURA DEL GRUPPO…

Il Milan campione d’Italia, una squadra forte e potente come il tungsteno…

Il Milan campione d’Italia, una squadra forte e potente come il tungsteno… - immagine 1

Un trionfo impregnato di competenza, lavoro e qualità

Davide Capano

Una squadra forte tira dritto, non si lamenta e vince titoli anche con evidenti errori arbitrali destinati a fare giurisprudenza. Sì, perché quello ottenuto dal Milan di Stefano Pioli, Ivan Gazidis, Paolo Maldini, Ricky Massara e Geoffrey Moncada è uno scudetto meritato e sostenibile che mette geograficamente in fuorigioco tanti pappafichi, pisquani, soloni e trombettisti, spazzando via molte valigie piene di perplessità. Quanto avvenuto nell’universo rossonero negli ultimi due anni è tutto, fuorché casuale o fortunato. Chi capisce di calcio, al di là dei colori, non può che riconoscere il certosino e grande lavoro fatto da tecnico e dirigenza.

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Una squadra forte e potente come il tungsteno, un minerale durissimo. Il Milan ha infilzato i suoi avversari come i Cheyenne accampati lungo il fiume Big Sand Creek, che fossero match da circoletto rosso o meno. 195 punti conquistati in 88 partite di campionato da quel Lecce-Milan del 22 giugno 2020.

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I ragazzi della Via Pioli si sono messi di buzzo buono a comandare. Il fuoco è stato alimentato da una legna pregiata: dalle giavellottate di Maignan fino alle progressioni caramellate del divin Leao, passando per quel Krunic che ha il Padre Nostro in cirillico tatuato sul braccio sinistro. Oppure Kalulu, costato quanto un bilocale in centro a Milano, che trasmette una serenità a tutti come se avesse quattro power bank perennemente carichi nello zaino. Oppure Tonali, l’Acqua Santa del Diavolo, cara a Santa Lucia.

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Il Milan campione d’Italia, coi suoi tanti record statistici, è la dimostrazione tangibile che non si misura nel fatturato il valore di una squadra. Pioli, artigiano del trionfo rossonero, è un signore: quando perde non accampa scuse, mentre altri si arrampicano su vetri e vetrine. Un po’ come Vitruvio (attivo nella seconda metà del I secolo a.C.), il nocchiere Stefano ha fondato il suo Diavolo su solidità, utilità e bellezza, i tre requisiti fondamentali dell’Architettura. L’allenatore parmigiano è una coperta calda che fa sentire i suoi ragazzi sempre caldi di cuore e freddi nella testa (Castillejo compreso, decisivo in quei minuti di metà ottobre col Verona). Come Cornelia, la matrona romana madre dei Gracchi, Pioli trasforma i suoi gioielli.

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Il corredo cromosomico rossonero ha avuto la meglio in quella quercia di 113 anni rappresentata dal derby della Madonnina. Specie se si pensa che tra i club campioni dei 5 principali campionati d’Europa (Manchester City, Real Madrid, Bayern Monaco e PSG), Tonali&compagni hanno l’età media più bassa, l’unica sotto i 27 anni. Chissà adesso che combineranno i rossoneri in Champions…

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