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ATALANTA, TESTA SEMPRE ALTA

Ilicic oltre Andy Warhol: avviso di garanzia Atalanta a tutte le pretendenti allo Scudetto

MILAN, ITALY - JANUARY 23: Josip Ilicic of Atalanta B.C. scores their team's second goal from the penalty spot during the Serie A match between AC Milan and Atalanta BC at Stadio Giuseppe Meazza on January 23, 2021 in Milan, Italy. Sporting stadiums around Italy remain under strict restrictions due to the Coronavirus Pandemic as Government social distancing laws prohibit fans inside venues resulting in games being played behind closed doors. (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

Gasperini è uno dei rari tecnici che «fanno» punti; anche senza il Papu, ça va sans dire. C’è stata poca partita, a San Siro.

Redazione DDD

analisi Facebook di Roberto Beccantini -

MILAN, ITALY - JANUARY 23: Josip Ilicic of Atalanta and Davide Calabria of AC Milan battle for possession during the Serie A match between AC Milan and Atalanta BC at Stadio Giuseppe Meazza on January 23, 2021 in Milan, Italy. Sporting stadiums around Italy remain under strict restrictions due to the Coronavirus Pandemic as Government social distancing laws prohibit fans inside venues resulting in games being played behind closed doors. (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

Romero di testa, Ilicic su rigore, Zapata di cabeza. Josip Ilicic ha 32 anni, è uno sloveno di scuola brasiliana, lunatico e genialoide, dal bandolero stanco del passato all’artista che ormai esula dal quarto d’ora di popolarità che coniò Andy Warhol: molto, molto di più. Sconvolto e travolto dalla onda lunga del virus, era finito nel silenzio che spesso spacciamo per paura, per mistero; e talvolta, i più scabrosi, per crisi. Figuriamoci. Ilicic ha un sinistro da torero e una sterzata da slalomista. Dinoccolato, ombroso: ma quando decide, decisivo. Pressing di gruppo e non randagio, testa alta (ad altezza Duomo, per intenderci), con il 5-0 del Liverpool a far da confine: al diavolo (appunto) le leggerezze di gestione, le turbolenze di volo. E il primo cambio si chiama Muriel, uno da 11 gol. L’Atalanta è moderna perché se ne frega delle etichette, difende a uomo, ma a uomo ringhiando in avanti, non molla mai, ti fissa negli occhi e se di fronte trova muscoli teneri come Meité, li sbrana.

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