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O NUOVO STADIO O FUTURO DA COMPRIMARI

Inter e Milan, senza nuovo San Siro il futuro è scritto: troppo ampio il gap con il resto d’Europa

MILAN, ITALY - MARCH 18: A general view outside the stadium prior to the UEFA Europa League Round of 16 Second Leg match between AC Milan and Manchester United at San Siro on March 18, 2021 in Milan, Italy. Sporting stadiums around Europe remain under strict restrictions due to the Coronavirus Pandemic as Government social distancing laws prohibit fans inside venues resulting in games being played behind closed doors. (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

Senza nuovo stadio, la lotta è impari

Redazione DDD

di Giovanni Capuano per Panorama.it -

La cartolina della prima settimana della Champions League con Inter e Milan nella parte delle squadre coraggiose, che hanno sfiorato l'impresa, eppure uscite sconfitte contro Real Madrid e Liverpool è un'immagine alla quale il calcio italiano farebbe bene a non assuefarsi. E insieme ad esso, sarebbe utile che a non rassegnarsi alla decrescita (poco) felice di due dei top club della Serie A fosse tutto il sistema, compresi gli stessi tifosi di Inter e Milan e il tessuto sociale in cui le due società operano da decenni. Il discorso può essere brutale, ma va sintetizzato così: essendo ormai sepolto nel tempo il calcio dei mecenati e anche quello dei costi a misura di imprenditore, o Inter e Milan vengono messe nella condizione di competere davvero al massimo livello in Europa oppure il finale della storia è scritto e la pandemia, con la crisi conseguente, non è altro che un acceleratore nello scavare il gap tra noi e gli altri. Un fossato che esiste ormai da almeno vent'anni e che nelle ultime stagioni è diventato così ampio da impedire non solo i risultati ma anche di poter coltivare sogni di gloria.

Di solito le coreografie rossonere al derby entravano da qui...

Si può accettare? No. Ma per evitare che il trend diventi irreversibile bisogna muoversi senza vivere nell'illusione che l'Italia sia quella che ha dominato l'Europa a Wembley o che basti qualche sporadica impresa per interrompere la caduta. Devono esserne consapevoli tutti, per primi i milioni di supporter di Inter e Milan costretti a vivere con la testa rivolta ad un passato ricco di trionfi e gloria mentre il presente racconta una realtà molto più dura: il Milan è tornato in Champions League dopo un'assenza lunga sette anni (11 marzo 2014) mentre l'Inter nelle ultime 20 gare giocate nell'Europa che conta ne ha vinte solo 5. Troppo poco per non essere una comprimaria confusa nel gruppo. Dal luglio 2019 Inter e Milan hanno depositato al Comune di Milano un progetto di fattibilità per il nuovo San Siro, stadio meraviglioso e carico di storia ma anche di evidenti limiti strutturali per immaginare che possa essere riqualificato e proiettarsi nel confronto con le altre grandi cattedrali europee, quelle nate dal 2000 in poi. Hanno discusso con l'amministrazione, corretto il progetto, ridotto alcune richieste e attendono che la politica milanese compia un passo definitivo. Due anni finiti nel congelatore, tra dibattiti sulle proprietà dei due club e tenzoni politiche con la scadenza elettorale a fare da scudo. A parole sono (quasi) tutti d'accordo con l'idea che un nuovo San Siro si debba fare, nelle sfumature ciascuno mette i distinguo che allungano i tempi e hanno reso fin qui inattuabile un'operazione che sarebbe la prima spinta per Inter e Milan nella strada del ritorno ai vertici.

Non è solo un dibattito di grande economia e finanza, ma milioni di tifosi devono sapere che si traduce e tradurrà in investimenti sulle loro squadre. E' impensabile che Suning ed Elliott, fino a quando ci saranno, buttino centinaia di milioni di euro in campagne di mercato disequilibrate senza un piano complessivo che faccia crescere i rispettivi club. Brutalizzando: vuoi tenere Lukaku e Donnarumma? Oggi non si può, il giorno che ci sarà un nuovo San Siro, forse, sì.

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