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IL MURO BUFFON, POI IL RESTO

Juventus, Dybala: finalmente una cosa di sinistro

TURIN, ITALY - APRIL 07: Giorgio Chiellini of Juventus celebrates victory with team mate Paulo Dybala as Kalidou Koulibaly of Napoli reacts following the Serie A match between Juventus and Napoli at Allianz Stadium on April 07, 2021 in Turin, Italy. Sporting stadiums around Italy remain under strict restrictions due to the Coronavirus Pandemic as Government social distancing laws prohibit fans inside venues resulting in games being played behind closed doors. (Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)

Riecco Buffon e Chiellini e riecco la Juve che vince le "sue" partite

Redazione DDD

analisi Facebook di Roberto Beccantini -

C’è tutta la stagione della Juventus, in questo spareggio strappato al Napoli prima con autorità e poi con affanno, tanto affanno. La fame che, d’improvviso, torna a illuminare le pupille; le scelte di Pirlo, più razionali (per esempio, Danilo e Cuadrado a destra); il solito Cristiano che disfa (dopo nemmeno 2’) e poi fa (su azionissima di Chiesa); il catenaccione della ripresa. E un gol di Dybala, quello del raddoppio, di sinistro pennellato. Covid, infortuni, contratto, cene eleganti: non giocava dal 10 gennaio. Entrato dalla panchina, scatenerà fior di «letterine»: caro destino, dammelo fin da settembre e poi ne riparliamo. Cristiano, l'Omarino e, agli sgoccioli, il rigore di Insigne, che ormai sta a Juventus-Napoli come una rondine alla primavera. Chiellini su Osimhen, c’era. Non mi è dispiaciuta, la partita, di buona lena e con frequenti ribaltoni, Madama subito in pressing, i Gattusiani più cauti (ma non paurosi), Juventus di contropiede, Napoli di palleggio.

 (Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)

Angosciato dall’ultimo Szczesny, Sua Geometria aveva scelto Buffon. Non che abbia fatto cose straordinarie, ma ha murato tiri che se la giocavano con le traiettorie di Mandragora e Sanabria. Naturalmente, daranno la colpa a Gattuso: è un classico. Non credo che il pareggio (in chiave confronti diretti) ne abbia condizionato l’approccio. Ha chiuso con un sacco di torri, ha avuto poco da Insigne, quasi niente da Mertens e Lozano. Il meglio, da Di Lorenzo e Zielinski. I topi d’archivio mi spingono a rimarcare che mancherebbero due penalty, uno per parte: 37’, Lozano su Chiesa; 45’, Alex Sandro su Zielinski. E allora? Dimenticavo: su tutti, Federico Chiesa. Ha 23 anni, il doppio dribbling con il quale ha armato il destro di Cierre merita un cin cin. Svenga di meno e pensi di più alla porta. E’ uno dei rari italiani con la velocità che l’Europa considera un diploma e non una multa.

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