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JUVE-SPEZIA 3-0

Juventus, ogni tappa è come se fosse una scalata

TURIN, ITALY - MARCH 02: Federico Chiesa of Juventus celebrates after scoring his team's second goal during the Serie A match between Juventus  and Spezia Calcio at Allianz Stadium on March 02, 2021 in Turin, Italy. (Photo by Daniele Badolato - Juventus FC/Juventus FC via Getty Images)

Clean sheet Juventus e Szczęsny deve parare solo il rigore finale, ma il gioco bianconero in attacco è poco preciso e poco veloce

Redazione DDD

analisi Facebook di Roberto Beccantini -

Ogni tappa, una scalata. La Juventus è questa, in fuga da nove anni e da mesi ansimante, sgonfia, senza un sacco di titolari (ultimo, De Ligt). Per un’ora, lo Spezia di Italiano l’ha tenuta a cuccia: un po’ di pressing, un po’ di giro palla e zero tiri, a conferma che le lavagne contano e i piedi pesano. Potevano segnare solo su errore, i campioni. Non su azione. Palo di Cristiano a parte.

Che Juventus era? La solita. Lenta, pasticciona, come se gli occhi dei suoi interni fissassero sempre le zolle e non il cielo. Dal momento che il calcio è, sì, irrazionale, ma con juicio, ecco i cambi di Pirlo. Da una miniera sventrata sono uscite due pepite: Morata e Bernardeschi. Un centravanti di ruolo - determinante, perché l'unico - e un eclettico scaduto a generico. L’hanno risolta loro. Assist di Bernardeschi per Morata, e Var finalmente propizio. Assist di Bernardeschi per Chiesa e raddoppio: di rimbalzo, da terra, sulla replica di Provedel.

 (Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)

(Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)

Erano stati richiamati, per la cronaca, McKennie e Frabotta. Sembravano staffette fin troppo avventate, visto l’andazzo della partita: «e invece no, invece no», cantava Mina. Sua Geometria ci ha preso. Da quel momento la gara si è consegnata al più normale dei copioni. Spezia tutto avanti, Juventus tutta indietro. Stanca, ma con praterie così dolci da stuzzicarle l’appetito. Contropiede lungo l’asse Bentancur-Cristiano e 3-0. Scarto che poi Szczesny ha difeso addirittura da un rigore di Galabinov. Il risultato mescola la trama, confonde le indicazioni. Non ha concesso occasioni, la Juventus, e questo è un pregio. Continuano a latitare, in compenso, la precisione e la velocità nella fase di rilancio. Si procede a tocchi, con troppo rugby indietro e poco calcio in avanti. Succedeva, spesso, anche con i califfi. Sabato la Lazio, martedì il Porto. Altre montagne. Alte montagne. Come les neiges d'Antan. La poesia aiuta, sempre.

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