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REAL MADRID-CHELSEA 1-1

La Champions dopo il caos: ma il cielo è sempre più Blues…

MADRID, SPAIN - APRIL 27:  Eden Hazard of Real Madrid controls the ball towards Reece James of Chelsea FC during the UEFA Champions League Semi Final First Leg match between Real Madrid and Chelsea FC at Estadio Alfredo Di Stefano on April 27, 2021 in Madrid, Spain. Sporting stadiums around Spain remain under strict restrictions due to the Coronavirus Pandemic as Government social distancing laws prohibit fans inside venues resulting in games being played behind closed doors. (Photo by Denis Doyle/Getty Images)(Photo by Denis Doyle/Getty Images

Era la prima sfida di Champions dopo il polverone della Superlega...

Redazione DDD

analisi Facebook di Roberto Beccantini -

Resta, di una partita intelligente e, per questo, non trascendentale, il primo quarto d’ora del Chelsea. A tutto gas, con i piedi che, mani rapide e ispirate, riempivano i fogli bianchi del Real. Colpiva la precisione: sia nel fraseggio che portava Werner a omaggiare Courtois di un gol fatto, sia nel lancio che, dettato da Pulisic e calibrato da Rudiger, armava l’estro dell’americano, perso da Nacho e tampinato da un portiere un filo «terrapiattista». Falchi contro falchetti, Tuchel se l’è giocata a petto in fuori, Zizou con la prudenza che i cerotti gli suggerivano: difesa a tre e Benzema. Un gigante. Ha scheggiato un palo, ha pareggiato in mischia, di forza. Benzema e poi Kanté, l’altro gigante. Non più lucchetto davanti all’area, ma ascensore da un’area all’altra. E mai rozzo nelle sponde liberatorie.

 (Photo by David Ramos/Getty Images)

(Photo by David Ramos/Getty Images)

Il Chelsea ha tirato poco, il Real ancora meno. I cambi, da Hazard a Ziyech e Havertz, hanno accompagnato la trama senza offrire «assassini» diversi da quello che aleggiava: il pareggio. Tutto rinviato a Stamford Bridge, dunque, dove i blues partiranno con un piccolo scudo. I blancos mi sono parsi un po’ sulle gambe - Modric e Kroos, soprattutto - spaventati dalle onde che il mare agitava, usi ad obbedir servendo (Benzema). Ci sarebbe voluto lo champagne che Vinicius stappò contro il Liverpool per ubriacare una difesa ben diretta di Thiago Silva, non le bollicine di brindisi così rari e carbonari. La vivacità di Mount e il compasso di Jorginho cantavano sotto la pioggia. Le tracce di Carvajal e l’antico Marcelo non portavano lontano. Toccava, così, a Militao, Varane e alle ruvide ante di Casemiro presidiare i valichi. Più Chelsea che Real, dunque, anche se la storia insegna a non fidarsi di Florentino.

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