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editoriali

La foglia morta e il ricordo eterno di Mario Corso: quel derby dei mancini con Rivera, quella generazione inimitabile…

La gioia di Mariolino in un derby degli anni Sessanta con il Milan

A 79 anni: la scomparsa di Mario Corso

Redazione DDD

di Franco Ordine -

"Il calcio italiano e la storia gloriosa dell’Inter hanno perso un memorabile piede sinistro. È stato quello di Mario Corso, classe 1941, 79 anni ad agosto prossimo, ricoverato da qualche giorno per il rituale controllo cardiologico che compiva ogni anno dopo l’infarto superato dieci anni prima. Tutti lo ricorderanno per la sua classe immensa e per quelle punizioni intitolate “foglia morta” perché cadevano all’improvviso, dietro la barriera, come foglie d’autunno dagli alberi, infilandosi negli angoli irraggiungibili delle porte di calcio. Pupillo di Angelo Moratti e degli estimatori della grande Inter, ebbe poco spazio in Nazionale, sacrificio incredibile di una generazione che di mancini ebbe Riva e di talenti uno come Rivera.

"È stato allenatore di Inter e di alcune squadre pugliesi (Lecce e Barletta) lasciando ovunque una scia di simpatia, rispetto e credito per la sua sapienza calcistica. Famose un paio di frasi. La prima: “Meglio un piede solo e buono che due scarsi”. La seconda, riferita a qualche calciatore di ridotta cifra tecnica: “Per entrare a San Siro quello lì dovrebbe pagare il biglietto!”. Ha molto patito, lui che amava molto camminare, quella sosta di tre lunghissimi mesi pretesi dal lockdown: stare chiuso in casa seduto sul divano è stato il colpo micidiale inferto al suo cuore ballerino. Che la terra gli sia lieve.

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