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CON UN PUGNO DI TITOLARI IN PIU'

La Juventus dopo Malmoe: un po’ più Allegri

MALMO, SWEDEN - SEPTEMBER 14: Juventus players Daniele Rugani, Dejan Kulusevski during the UEFA Champions League group H match between Malmo FF and Juventus at Eleda Stadium on September 14, 2021 in Malmo, Sweden. (Photo by Daniele Badolato - Juventus FC/Juventus FC via Getty Images)

La Juventus tra il Malmoe e il Milan

Redazione DDD

analisi Facebook di Roberto Beccantini -

Se ogni partita fa storia a sé, questa è la storia di un 3-0 rotondo e facile. Ma attenzione: non che a Copenaghen e dintorni, tanto per allargare il poligono dell’analisi, altre Juventus avessero vendemmiato; facile perché tale l’ha resa Madama, scrollandosi di dosso l’ammuina di Napoli. L’avversario era molto ma molto modesto, e talmente pauroso da non buttarla nemmeno in caciara. Epperò: do you remember l’Empoli? Recuperato un pugno di titolari, Allegri ha varato un 4-4-2 ad assetto variabile, con Alex Sandro più avanti, spesso, di Dybala e Morata che attaccava la profondità. I ritmi, lenti, ne favorivano la convalescenza. E poi, parafrasando il celebre detto di papa Wojtyla («In un viale senza uscita, l’unica uscita è nel viale stesso»), in un centrocampo senza regista l’unico regista non può che trovarsi nel centrocampo stesso. Locatelli, Rabiot e Cuadrado (soprattutto) si sono alternati nel gestire in scioltezza - e, a tratti, in bellezza - coperture e rifornimenti.

 (Photo by Daniele Badolato - Juventus FC/Juventus FC via Getty Images)

(Photo by Daniele Badolato - Juventus FC/Juventus FC via Getty Images)

A Malmoe, culla di Ibra e Anita Ekberg, un dio e una dea, i gol avrebbero potuto essere il doppio. I piedi, finalmente. E la concentrazione: zero errori (anche da parte di Szczesny, le rare volte che l’hanno disturbato), non come nelle vicinanze di Cierre, a Berna. La difesa alta degli svedesi suggeriva i lanci (di Bonucci, in particolare: preciso e deciso). Le occasioni fioccavano. Il ghiaccio lo rompeva Alex Sandro di raso-testa, su cross di Cuadrado. Poi il rigore su Morata, trasformato da un Dybala a fasi (e territori) alterni. E il tris di Morata, per me il migliore, su tocco di Rabiot e frontale tra due sbirri.

Alla ripresa, pilota automatico, cambi-anestesia e Kean vicino al poker. Quanto possa valere, al cambio, il tesoretto di Champions lo sapremo domenica sera, contro il Milan. La squadra (della triade capolista) che, fin qui, ha offerto il calcio più brillante.

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