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LA SVIZZERA AI QUARTI DI FINALE

La Svizzera fa cucù alla Francia…

BUCHAREST, ROMANIA - JUNE 28: (L - R) Olivier Giroud, Presnel Kimpembe and Adrien Rabiot of France look dejected after losing in the penalty shoot out in the UEFA Euro 2020 Championship Round of 16 match between France and Switzerland at National Arena on June 28, 2021 in Bucharest, Romania. (Photo by Mihai Barbu - Pool/Getty Images)

La presunzione della Francia, il calcio ai pronostici della Svizzera

Redazione DDD

analisi Facebook di Roberto Beccantini -

I confini sono due rigori: quello che Rodriguez si fa parare da Lloris in avvio di ripresa, sull’1-0, e quello che, a fine partita, Sommer mura a Mbappé. Vince la Svizzera, la Francia è fuori già negli ottavi. La Francia campione del mondo e vice campione d’Europa, champagne per venti minuti e, per il resto, sempre a raccogliere briciole, a sciupare avanzi, a specchiarsi. E’ il suo vizio, quel sangue (troppo) blu che spesso le dà alla testa. Petkovic, voto 8, ha spazzolato Deschamps, 6 scarso. D’accordo, a Didier mancava un terzino sinistro di ruolo (fuori, per infortunio, Lucas Hernandez e Digne), ma perché quei tre stopperoni (Varane 4, Lenglet 4, Kimpembe 5) per un tempo, invece del 4-2-3-1 della ripresa, Rabiot (6,5) terzino-ala, Coman (6,5) al posto di Lenglet e un calcio magari avventuroso, però «un» «calcio»?

 (Photo by Marko Djurica - Pool/Getty Images)

La Svizzera, che gli azzurri avevano stordito all’Olimpico, avrebbe meritato di vincere ben prima della «lotteria» e persino della traversa timbrata da Coman al 94’. La partita, trascinante comunque, per emozioni e omissioni, girava attorno a Xhaka, regia da 8, e Freuler (7). Al loro ritmo, con le loro pause: uomini di ferro su navi di legno (Shaquiri 6,5, addirittura) opposti a uomini di legno su navi di ferro. Il gol di Seferovic, un altro 8, non era una pallottola nel buio: suggellava una sparatoria. E la France, douce pays de mon arrogance? Sempre a inseguire un’idea, sempre chiedersi «pourquoi». Poi Coman. Poi il penalty che avrebbe potuto sotterrare l’ordalia e invece no, poi una ventina di minuti da Dom Perignon, Mbappé-Benzema gol, Griezmann-Benzema gol, dal 59’ al 61’, la pennellata di Pogba. Petkovic, impassibile, è ricorso ai cambi, ha corretto il modulo, ha invocato calma e ordinato «proviamoci». Palla al piede, i francesi sembravano razzi sulla rampa di Cape Canaveral; palla agli altri, una frotta di turisti giapponesi che pensava bastasse una mezz’oretta scarsa per girare tutto il Louvre. E difatti: pera di Seferovic, sempre di testa, pareggio di Gavranovic (7) a fil di sirena (e di Xhaka). Se mi è concesso: sul 3-1, mi aspettavo che Deschamps, che tanto studiò da noi, si sarebbe coperto. Honni soit qui mal y pense (non certo io).

Cucù.

I supplementari consegnavano a Mbappé (4, al di là del penalty) l’ultima luminaria. Del tiro a segno ha scritto. Infallibili tutti, tranne uno: Kylian. Persa la Champions, persa l’Europa: 4 partite, 0 gol. Ha 22 anni e il futuro in mano: a patto che non se lo lasci sfuggire come gli aquiloni tirati da pupi distratti. I voti (della Francia, in particolare). Ok, Benzema: 8 e non se ne parli più. Pogba? 8 dentro alcuni momenti da 4, tipo la palla persa a monte del tre pari, attimi che gli juventini conoscono a memoria. Fermo restando il gol, straordinario. E la palla «scolpita» per la corsa di Mbappé, un invito a nozze diventato, per difetto di mira, il rintocco di un funerale. Lo stesso Kanté (6,5) è entrato e uscito dalla notte di Bucarest come se a volte lo frenasse la fatica e a volte lo spronasse l'orgoglio. Di Griezmann (6) ricordo bollicine, non calici, 7 ai portieri, Lloris e Sommer. Sufficienza piena ad Akanji, a Zuber, al resto dei cospiratori. Quando si ghigliottina un re, la storia impazzisce. E la Francia ne sa qualcosa.

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