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L’assenza più pesante: il Milan sta soffrendo più la mancanza di Kjaer che quella di Ibra

MILAN, ITALY - OCTOBER 26:  Simon Kjaer of AC Milan reacts during the Serie A match between AC Milan and AS Roma at Stadio Giuseppe Meazza on October 26, 2020 in Milan, Italy.  (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

Kjaer è al momento l'assenza più pesante certificata dai numeri e dal tipo di gol che il Milan sta prendendo su azione manovrata. I numeri sottolineano come il problema del vice Ibra sia in realtà inesistente, mentre l'infortunio di Kjaer ha...

Redazione DDD

di Max Bambara -

Non capitava da marzo che il Milan non vincesse due partite consecutive in campionato e così il pareggio al Marassi contro il Genoa si è trasformato nella prima vera battuta d’arresto in questo 2020, aspetto che ha aperto inevitabilmente una serie infinita di discussioni. In tanti hanno evidenziato come la squadra soffra molto l’assenza di Ibrahimovic perché la società non ha pensato per tempo di ricorrere ad un innesto sul mercato in estate, andando a prendere un giocatore capace di fare il vice Ibra. In realtà questa tesi è smentita dai numeri che non sono pillole di verità assoluta (soprattutto in una materia come il calcio in cui tutto viene messo in discussione da un giorno all’altro), ma danno comunque uno spaccato della realtà abbastanza credibile. Relativamente alla questione del vice Ibra, si continua a dire che serve un giocatore forte fisicamente davanti; mai tesi, a mio avviso, fu meno azzeccata. Se il Milan prendesse una punta fisica in stile Pavoletti, questi non giocherebbe mai se non negli ultimi 20 minuti di gara.

(Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

(Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

La società, durante l’estate, ha fatto una valutazione molto precisa. Non potendo prendere un clone di Ibra, il club ha giudicato il gioco di questa squadra assolutamente capace di sopperire all’assenza di Ibra, alternando sia Rebic e sia Leao nel ruolo di prima punta. Se il Milan acquistasse domani mattina una buona punta fisica della nostra Serie A, in caso di assenza di Ibra, il titolare sarebbe comunque Rebic, perché Pioli non ha interesse a snaturare troppo una squadra che riesce a giocare bene perché ha una punta centrale che sa legare il gioco. Non a caso nelle ultime tre partite, in due Rebic è risultato decisivo: con la Sampdoria ha fatto il taglio verso sinistra e l’assist al centro che han determinato il gol di Castillejo che, di fatto, ha chiuso il match. Col Parma, il gol del 2-2 di Theo Hernandez è nato da un movimento perfetto da prima punta, a cui viene negato il gol solo per sfortuna. Giudicare una punta soltanto dai gol fatti in un segmento limitato di partite è sempre un errore concettuale molto grave. Bisogna valutare la prestazione, i movimenti, la capacità di legare il gioco e di fare movimenti funzionali a quelli dei compagni.

I numeri confermano tutto ciò, visto che nel campionato in corso, il Milan ha giocato 6 partite con Ibra, realizzando 15 reti. Ne ha giocate altre 6 senza Ibra, realizzando 13 reti. La differenza è sensibile dal punto di vista numerico, non è decisiva dal punto di vista sostanziale. In realtà i numeri ci dicono un’altra cosa se li leggiamo nella maniera più saggia. La vera assenza determinante, quella capace di creare il discrimine fra un Milan e l’altro, inaspettatamente non è quella di Ibrahimovic, bensì quella di Kjaer. Con Kjaer titolare infatti il Milan ha giocato 9 partite di campionato in questo inizio di stagione, subendo 8 reti. Di queste soltanto 2 sono venute su azione manovrata degli avversari (Lukaku nel derby e Mertens contro il Napoli). Senza Kjaer titolare (si è fermato in Europa League a causa di un infortunio muscolare), il Milan ha giocato invece 3 partite di campionato subendo 5 reti, di cui ben 4 su azione manovrata degli avversari (Hernani, Kurtic e la doppietta di Destro a Genova). Questi dati non devono destare meraviglia. Da sempre le grandi squadre (ed il Milan ha un passo che ci suggerisce che presto lo sarà) trovano equilibri diversi, ma comunque gestibili, quando mancano i grandi attaccanti. Fanno invece più fatica quando manca il loro leader difensivo.

Perché Simon Kjaer per il Milan è essenzialmente questo. Non è soltanto un difensore importante che sta avendo un rendimento elevato. Nossignori! Kjaer è molto di più e questo è un aspetto che i giocatori in campo non potranno che confermare. Per usare una terminologia antica, ma mai passata di moda, il danese è uno di quei giocatori che da soli sono in grado di fare reparto perché danno senso, equilibrio e dimensione all’intera fase difensiva della squadra. Kjaer è il leader del Milan perché è il giocatore più bravo ad esercitare il suo carisma ed a richiamare i compagni. Ha una vocalità facilmente distinguibile, sa ragionare non soltanto in funzione di sé stesso, ma anche e soprattutto in funzione della squadra. Il difensore centrale originario della Danimarca sa governare in maniera eccelsa le distanze fra i reparti, sa guidare gli allineamenti dei terzini in situazioni dinamiche ed è abile a sgravare Romagnoli dalle uscite alte che spesso mettono in difficoltà il capitano rossonero. In più, il bravo Simon sa usare il corpo da centrale “old style” nei contrasti e questo cambia in modo sostanziale l’approccio difensivo della retroguardia milanista che con lui ha una ferocia, un’attenzione ed una cattiveria diverse.

Tutti i gol presi su azione dal Milan hanno in comune una mancanza di comunicazione fra i giocatori, con qualche errore di marcatura (vedi Bennacer sui gol del Parma), qualche posizionamento sbagliato e qualche marcatura leggera. Impossibile dire che con Kjaer il Milan non avrebbe preso questi gol, perché ragionare con il senno del poi è un esercizio troppo semplicistico. Si può dire tuttavia, senza timore di smentita, che stanno mancando tantissimo la sua vocalità e il suo carisma. Il danese non richiama soltanto i compagni all’attenzione sulle marcature. Strategicamente, in alcuni momenti della partita Kjaer alza la voce per richiamare tutti all’ordine e alla concentrazione. Non è casuale notare come 3 dei 4 gol subiti su azione dal Milan contro il Parma ed il Genoa si siano verificati tutti nel primo quarto d’ora di gara della ripresa. Il gol di Kurtic è arrivato al decimo della ripresa e i due gol di Destro sono arrivati entrambi nel primo quarto d’ora della ripresa. Tutte le squadre giovani perdono concentrazione fra il primo ed il secondo tempo, perché nei ragazzi con poca esperienza tende ad abbassarsi il livello di adrenalina che aiuta la concentrazione a rimanere alta. Ecco Simon Kjaer è l’antibiotico perfetto, ad effetto immediato, contro questi cali di mentalità. Come può facilmente capirsi, il problema non lo si risolve andando ad acquistare un altro centrale sul mercato (aspetto che, comunque, aiuterebbe molto il Milan, anche alla luce dell’infortunio di Matteo Gabbia), ma recuperando al meglio Kjaer. I comandanti d’altronde (in Sudamerica questi giocatori vengono chiamati “caudillo” perché riescono a mettere il loro carisma prima delle loro doti tecniche) sono una razza rara. Se ne hai uno, devi già ritenerti fortunato. Semmai puoi pensare di responsabilizzare la squadra, sottolineando pubblicamente queste evidenze e rimarcando come il percorso di crescita dei giovani passi anche da quest’assunzione di responsabilità nei momenti in cui manca il comandante Kjaer.

 

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