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LA MORALE DI UNA FINALE

Le mille bolle blu: e Tuchel spazzola Guardiola…

PORTO, PORTUGAL - MAY 29: Pep Guardiola, Manager of Manchester City looks dejected during the UEFA Champions League Final between Manchester City and Chelsea FC at Estadio do Dragao on May 29, 2021 in Porto, Portugal. (Photo by Jose Coelho - Pool/Getty Images)

Poco City, tanta sostanza Chelsea

Redazione DDD

analisi Facebook di Roberto Beccantini -

Nel giorno dell’Heysel che Aleksander Ceferin, piccolo uomo, ha completamente rimosso, Thomas Tuchel spazzola Pep Guardiola (1-0 sul campo, terza vittoria in altrettante sfide) e offre al Chelsea quella Champions che non era riuscito a porgere al Paris Saint-Germain: e, per questo, sceicchi ricchi ma miopi avevano esonerato. Ha deciso un gol di Kai Havertz, un gol molto verticale, su lancio di Mason Mount, tranciante come una pugnalata. L’ordalia e (finalmente!) il chiasso di uno stadio, a Porto, hanno perso due protagonisti: Thiago Silva, troppo presto; Kevin De Bruyne, speronato da Antonio Rudiger, dopo un’ora scarsa. Primo tempo bellissimo, con il City a palleggiare e il Chelsea a giocare sul filo, tre passaggi per uscire di casa e occupare la piazza. Il tutto, a una velocità che, senza televisione, noi poveri inquilini di un altro calcio non vedremmo mai.

 (Photo by Nathan Stirk/Getty Images)

Guardiola, ogni tanto, si specchia nella rassegna stampa. Successe la corsa stagione, con il Lione: difesa a tre, d’improvviso. Stavolta, dentro Raheem Sterling, fuori Fernandinho e una manovra che, salvo le bollicine iniziali, non ha prodotto un tiro. Neppure alla distanza, neppure con centravanti un po’ più veri (Gabriel Jesus, il Kun Aguero) e un Phil Foden più libero di sganciarsi. Seguivo il De Bruyne pre-ko: si muoveva come se gli avessero sabotato l’arredamento del salotto. Dal Villarreal al Chelsea, dunque. Com’è triste, Manchester, appena due finali dopo. Non alzavano la coppa, i blues, dal 2012, e anche allora grazie a un carro attrezzi: Roberto Di Matteo, precettato in corsa al posto di André Villas-Boas. Gran signore, Thomas Tuchel: del predecessore, Frank Lampard, ha ricordato i meriti, non gli errori. E pressato dal City, non si è vergognato di chiudersi a chiave. Morale: Edouard Mendy, zero parate e in bacheca, l’Europa. Modestamente. Meritatamente.

Per la cronaca, e per la storia, questo il «medagliere» aggiornato senza Leo Messi: Massimiliano Allegri due finali di Champions, Guardiola una. Mi raccomando: fate i bravi.

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