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LA MORALE DI UNA FINALE

Le mille bolle blu: e Tuchel spazzola Guardiola…

Redazione DDD

Poco City, tanta sostanza Chelsea

analisi Facebook di Roberto Beccantini -

Nel giorno dell’Heysel che Aleksander Ceferin, piccolo uomo, ha completamente rimosso, Thomas Tuchel spazzola Pep Guardiola (1-0 sul campo, terza vittoria in altrettante sfide) e offre al Chelsea quella Champions che non era riuscito a porgere al Paris Saint-Germain: e, per questo, sceicchi ricchi ma miopi avevano esonerato. Ha deciso un gol di Kai Havertz, un gol molto verticale, su lancio di Mason Mount, tranciante come una pugnalata. L’ordalia e (finalmente!) il chiasso di uno stadio, a Porto, hanno perso due protagonisti: Thiago Silva, troppo presto; Kevin De Bruyne, speronato da Antonio Rudiger, dopo un’ora scarsa. Primo tempo bellissimo, con il City a palleggiare e il Chelsea a giocare sul filo, tre passaggi per uscire di casa e occupare la piazza. Il tutto, a una velocità che, senza televisione, noi poveri inquilini di un altro calcio non vedremmo mai.

Guardiola, ogni tanto, si specchia nella rassegna stampa. Successe la corsa stagione, con il Lione: difesa a tre, d’improvviso. Stavolta, dentro Raheem Sterling, fuori Fernandinho e una manovra che, salvo le bollicine iniziali, non ha prodotto un tiro. Neppure alla distanza, neppure con centravanti un po’ più veri (Gabriel Jesus, il Kun Aguero) e un Phil Foden più libero di sganciarsi. Seguivo il De Bruyne pre-ko: si muoveva come se gli avessero sabotato l’arredamento del salotto. Dal Villarreal al Chelsea, dunque. Com’è triste, Manchester, appena due finali dopo. Non alzavano la coppa, i blues, dal 2012, e anche allora grazie a un carro attrezzi: Roberto Di Matteo, precettato in corsa al posto di André Villas-Boas. Gran signore, Thomas Tuchel: del predecessore, Frank Lampard, ha ricordato i meriti, non gli errori. E pressato dal City, non si è vergognato di chiudersi a chiave. Morale: Edouard Mendy, zero parate e in bacheca, l’Europa. Modestamente. Meritatamente.

Per la cronaca, e per la storia, questo il «medagliere» aggiornato senza Leo Messi: Massimiliano Allegri due finali di Champions, Guardiola una. Mi raccomando: fate i bravi.