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L’EDITORIALE DI MAURO SUMA – Perché il Milan è più forte dell’anno scorso

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Un gruppo consolidato, che si conosce e si amalgama sempre meglio di anno in anno, al quale Stefano Pioli ha aggiunto certezze e tolto qualche incognita

Redazione DDD

di Mauro Suma -

Questo strano indecifrabile Milan. E' al top del campionato dal giugno 2020 come punti e rendimento, fra poco saranno due anni, ma viene vissuto ancora da qualche parte e da alcuni settori come una rosa debole, una squadra casuale, fortunata, inferiore almeno ad altre cinque/sei rose del campionato. Il calcio è il regno delle opinioni e quindi ognuna di esse è legittima. Un po' di negazionismo può magari anche fornire ulteriori stimoli al gruppo rossonero e allo slancio dei suoi tifosi. Ma vale la pena entrare nel merito. All'inizio della stagione in molti sostenevano che il Milan si fosse indebolito per le partenze di Donnarumma e Calhanoglu e per un mercato più volto a consolidare l'esistente (Tomori e Tonali ad esempio) che a rafforzare la rosa. Oggi il principio è cambiato: dopo Maignan e dopo la stagione alterna sia di Brahim Diaz che di Calhanoglu, non si dice più che il Milan si è indebolito ma che il Milan non si è rafforzato. Rispettabile come tutti i concetti che allignano nel calcio. Ma la nostra è una opinione diversa. Il Milan è, nettamente, più forte dell'anno scorso. Ecco perché.

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In porta c'è un giocatore totalmente votato al Milan, con il sacro fuoco rossonero nel petto e che fa da punto di riferimento leaderistico dello spogliatoio. Non c'è più lo straordinario talento di Donnarumma, che però viveva inevitabilmente il Milan fuori dal campo un anno fa come un limbo dal quale stava ormai per separarsi. In difesa è vero che si è fatto male Kjaer, ma i rossoneri hanno avuto Tomori fin dalla prima di campionato e non solo per i 4 mesi finali e hanno assistito alla crescita di rendimento rispetto ad un anno fa sia di Kalulu che di Romagnoli. A centrocampo il Milan un anno fa ha smesso di avere Bennacer in campo e al top a novembre, per il resto acciacchi e assenze. E Tonali era al suo primo anno. In questa stagione invece la traiettoria esponenziale dell'algerino e del lodigiano sono sotto gli occhi di tutti. Un anno fa il Milan quando non aveva Ibra, doveva schierare prime punte adattate come Leao e Rebic. Quest'anno c'è Giroud, i cui gol si contano e si pesano. Quindi? Come finirà? Campionato assolutamente non pronosticabile, ma il Milan è più forte della scorsa stagione. Se questo basterà a colmare il gap di 12 punti dalla vetta di un anno fa resta tutto da vedere, ma quello rossonero ha tutta l'aria di assomigliare ad un percorso. Non ad un miracolo.

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