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PRONOSTICI E OPINIONI

Magie della narrazione: Donnarumma pesa di più di Lukaku e CR7

PARIS, FRANCE - AUGUST 14: Gianluigi Donnarumma of Paris Saint Germain acknowledges the fans as he is introduced to the fans prior to the Ligue 1 Uber Eats match between Paris Saint Germain and Strasbourg at Parc des Princes on August 14, 2021 in Paris, France. (Photo by David Rogers/Getty Images)

Inter e Juventus hanno dismesso, o stanno dismettendo, i due giocatori più impattanti sulla Serie A ma nonostante questo vengono considerati ancora allo stesso livello di competitività dell'anno precedente. Non è così per il Milan...

Redazione DDD

di Max Bambara -

Nove anni fa, alla prima giornata di campionato, il Milan si trovò davanti la Sampdoria neopromossa allenata da Ciro Ferrara. Era la prima partita ufficiale della stagione 2012-2013, quella che avrebbe qualificato il Milan di Silvio Berlusconi per l’ultima volta alla Champions League. Quella partita fu emblematica perché il Milan non fece male, anzi creò spesso occasioni da rete importanti (ci furono due pali di Boateng e due clamorosi salvataggi sulla linea da parte del portiere doriano su Yepes e Flamini), ma venne sconfitto, più che dall’avversario, da un clima facilmente percepibile di negatività e di sfiducia. Iniziare una stagione dopo la doppia dolorosissima cessione di Ibrahimovic e di Thiago Silva non era semplice; tuttavia un approccio meno drammatico e disfattista dell’intero ambiente rossonero sarebbe stato più utile ad una squadra che aveva dei valori (lo dimostrò dall’ottava giornata di campionato in avanti) e che era semplicemente meno forte rispetto alla stagione passata. Meno forte ma, comunque, competitiva come dimostrarono gli 8 punti di differenza con la stagione passata (80 nel 2011-2012, 72 nel 2012-2013) che esprimevano un giudizio di valore figlio del campo e non dei preconcetti fabbricati a tavolino.

 (Photo by Alexander Hassenstein/Getty Images)

(Photo by Alexander Hassenstein/Getty Images)

A distanza di nove anni, in un universo completamente nuovo, scremato dai torbidi refoli di vento della complicata gestione con il doppio A.D., sul Milan rimane però impressa quella patina di pregiudizio per cui la squadra è meno forte visto che non sono stati rinnovati i contratti di Donnarumma e Calhanoglu. Tecnicamente l’apporto dei due non era nemmeno paragonabile ai Thiago Silva e agli Ibrahimovic del 2012, ma quest’aspetto ha una valenza limitata nelle valutazioni sul Milan. La squadra, per chi aderisce al “pensiero unico della comunicazione” si è indebolita pur avendo speso tanto sul mercato, nonostante i primi riscontri del campo siano assolutamente antitetici rispetto a questa vulgata. E così, nell’incredulità della ragione, scopriamo trasecolati che l’Inter che ha perso Lukaku ed Hakimi per impellenti necessità di bilancio, oggi ha una rosa migliore rispetto alla scorsa stagione perché, dicono gli esperti, ha maggiore profondità di organico. E scopriamo, ancor più sbigottiti, che in fondo l’eventuale cessione di Cristiano Ronaldo sarà un fatto positivo per la Juventus, perché ne trarrà vantaggi il suo bilancio e perché questo giocatore può essere sostituito con qualsiasi attaccante in esubero da altri club. Singolare che si stia parlando di un giocatore che, nell’ultimo triennio, ha segnato 101 gol in 134 partite. Ronaldo viene trattato come un Sanchez qualsiasi (senza voler mancare di rispetto il giocatore dell’Inter) quando, numeri (non opinioni) alla mano, è stato il giocatore più dominante degli ultimi 3 anni di Serie A. Certo tutti i giocatori possono partire e nessuno è insostituibile, ma fa abbastanza sorridere la narrazione sportiva italica secondo cui se partono Ronaldo e Lukaku a Juventus ed Inter basta prendere due sostituti per rimanere competitive, mentre Donnarumma non è sostituibile ed un ex personaggio in cerca d’autore, con passaporto turco, diventa improvvisamente un misto fra Roberto Baggio e Totti.

Magie di una narrazione partigiana e pelosa, in cui il club che ha meno relazioni giornalistiche viene puntualmente bastonato, mentre gli altri vengono trattati coi guantini bianchi. Accadeva parecchi anni fa e continua ad accadere tutt’oggi. C’è tuttavia un particolare, non di natura accessoria, che deve essere sottolineato. Ricardo Kaká, nel maggio 2009, sapeva già che sarebbe andato a Madrid ma scese in campo col Milan, a Firenze, e segnò un gol decisivo per la qualificazione della squadra rossonera alla Champions League. Cristiano Ronaldo, da mesi, sta trattando la Juventus come uno sgradito orpello nella sua strada verso lidi migliori. Chissà che cosa avrebbero scritto tanti sepolcri imbiancati se Kaká, all’epoca, avesse trattato il Milan come Cristiano Ronaldo sta trattando da molte settimane la Juventus. Non sempre la narrazione mediatica rispecchia la realtà dei fatti. A volte li utilizza strumentalmente, in altri casi li omette. Eppure l’anno di grazia 2021 sta per passare alla storia come l’estate in cui i due giocatori più dominanti della Serie A hanno lasciato l’Italia per andare in Premier League. Questo è il vero tema: gli altri possono essere, semmai, pallidi argomenti di contorno.

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