DDD
I migliori video scelti dal nostro canale

OLD TRAFFORD: ORGOGLIO MILAN

Manchester, il senso della storia rossonera

MANCHESTER, ENGLAND - MARCH 11: Simon Kjaer of A.C. Milan  scores their team's first goal under pressure from Alex Telles of Manchester United during the UEFA Europa League Round of 16 First Leg match between Manchester United and A.C. Milan at Old Trafford on March 11, 2021 in Manchester, England. Sporting stadiums around the UK remain under strict restrictions due to the Coronavirus Pandemic as Government social distancing laws prohibit fans inside venues resulting in games being played behind closed doors. (Photo by Laurence Griffiths/Getty Images)

Il Milan non convinceva in Europa contro un avversario importante da 8 anni: prestazione da squadra vera che, nelle avversità, è riuscita a trovare le forze per rigenerarsi

Redazione DDD

di Max Bambara -

L’ultima volta che il Milan era andato in scena all’Old Trafford di Manchester il risultato era stato impietoso: 4-0 in favore della squadra di Ferguson che eliminò quindi abbastanza agevolmente il Milan, all’epoca, allenato da Leonardo. Oltre dieci anni dopo, le aspettative dei tifosi milanisti erano decisamente al ribasso visto il periodo negativo sul piano degli infortuni che ha costretto la squadra rossonera a fare a meno praticamente di mezza formazione titolare. Fuori Romagnoli, Theo Hernandez, Bennacer, Calhanoglu, Ibrahimovic e Rebic. Sembrava un’ecatombe ed in molti fra i tifosi stavano approcciando al match con poco ottimismo e con una singolare rassegnazione. Mai errore fu più grande, perché il Milan di quest’anno ha una bellezza particolare che si alimenta di spirito, di anima, di abnegazione, di senso del gruppo, di valori tecnici ed umani, di coesione e di consapevolezza. Questa squadra non si arrende dinanzi alle difficoltà; semmai sopra di esse costruisce la propria base, traendo spunto dai momenti difficili per crescere e per guardarsi dentro. La prestazione di ieri sera porta in sé questa mentalità. I numeri dimostrano che la squadra rossonera è andata a Manchester per fare la partita, per giocare il suo calcio e per imporre il gioco senza fare calcoli.

 (Photo by Laurence Griffiths/Getty Images)

Il Milan è stato superiore allo United nel possesso di palla e, soprattutto, ha effettuato 16 tiri verso lo specchio della porta della squadra inglese, a fronte dei soli 6 da parte del Manchester. Numeri chiari, che fotografano abbastanza chiaramente che cosa la squadra rossonera abbia fatto. Nulla è definito ovviamente: la squadra allenata da Solskjaer può ancora passare il turno perché basta un solo gol per cambiare gli equilibri nel gioco della qualificazione. Tuttavia la prestazione di Manchester segna un punto di svolta fondamentale per il Milan. L’ultima grande partita giocata dalla squadra rossonera in Europa, prima di ieri, poteva essere considerata il ritorno del preliminare di Champions League dell’agosto del 2013 contro il PSV Eindhoven. Vittoria del Milan per 3-0, doppietta di Boateng e gol di Mario Balotelli. Sono passati quasi 8 anni da quella gara e sono cambiate moltissime cose in tutto il mondo. Da quella sera però, il Milan non ha mai più convinto in Europa contro un avversario di grande lignaggio e tradizione.

Sconfitte, brutte gare e soprattutto l’oblio di tante mancate partecipazioni alle coppe hanno costellato il cammino del Milan che, come in un imbuto senza fine, è arrivato a soffrire persino contro il modesto Dudelange due anni e mezzo fa. Forse il fato voleva che fosse proprio il teatro dei sogni, il proscenio perfetto nel quale il Milan potesse ridare un senso ed un significato a sé stesso, alla sua storia ultracentenaria ed alla sua grande tradizione europea. Perché a Manchester c’è ancora il ricordo dolcissimo del rigore di Shevchenko che, nel 2003, aprì al Diavolo le porte del Paradiso. C’è l’eco dell’urlo infinito di Hernan Crespo in una notte di febbraio del 2005 e c’è la scala immaginaria che condusse il Milan alla settima Champions League nel 2007, trascinato dalla versione di Kakà più divina della sua carriera. Oggi ecco una squadra che invece di piangersi addosso per le assenze è andata sul campo della seconda in classifica della Premier League per giocare a calcio senza fare calcoli di alcun tipo.

C’è un sapore antico nella serata di ieri. C’è, soprattutto, un grande senso della storia che riecheggia. A volte può rimanere sopito per qualche tempo, ma quando riemerge lo fa con il peso determinante del blasone rossonero.

tutte le notizie di

Potresti esserti perso