di Max Bambara -
UNA SQUADRA MENO SBILANCIATA
Milan: dal 4-2-3-1 al 4-3-3?
Spesso si tende a dare un’eccessiva importanza ai moduli di gioco. Eppure anche cadere nell’opposta iperbole concettuale è un errore grave. Coloro che sostengono che i moduli di gioco non siano importanti sbagliano oppure mentono sapendo di mentire, come capita d’altronde a tanti allenatori che hanno bisogno di bluffare per non mostrare le carte prima del tempo. In realtà la questione è molto più semplice: nel calcio moderno i moduli di gioco hanno sì una valenza relativa, ma rimane pur sempre una valenza. Nelle ultime ore si rincorre la voce che Stefano Pioli, l’allenatore del Milan, potrebbe cambiare qualcosa dal punto di vista tattico.
Gli indizi, d’altronde, ci sono
Innanzitutto è stato proprio il tecnico rossonero nella conferenza stampa del 10 luglio scorso ad aprire alla possibilità di qualche novità dal punto di vista del modo di stare in campo della sua squadra. Inoltre il centrocampista inglese Loftus-Cheek, alla sua prima intervista italiana, ha fatto presente che il ruolo in cui si esprime meglio è quello di mezzala. I rumors parlano così di un Milan che potrebbe passare dal 4-2-3-1 al 4-3-3. Non abbiamo alcuna certezza in merito, ma l’ipotesi appare plausibile per almeno due circostanze che è opportuno esaminare. In primis, il peggior momento del Milan di Stefano Pioli, dal 2020 ad oggi, è certamente identificabile con il mese di gennaio del 2023, un mese in cui non soltanto il Milan ha messo in serie una catena di risultati negativi ma in cui, soprattutto, la squadra rossonera ha preso caterve di reti (2 dalla Roma, 2 dal Lecce, 3 dall’Inter, 4 dalla Lazio, 5 dal Sassuolo). Sedici gol in cinque partite sono un tema che non può essere liquidato con un semplice “momento negativo”.
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Sostanzialmente lo schieramento con due soli centrocampisti, con l’andare del tempo, ha costretto la squadra a partite molto dispendiose sul piano fisico ed atletico. Il post Mondiale ha presentato un conto salatissimo; tuttavia, con una disposizione in campo meno sbilanciata, il Milan avrebbe forse potuto scollinare in maniera diversa quel mese di gennaio che, di certo, non sarebbe stato sensazionale, ma non avrebbe avuto nemmeno i connotati della tragedia. Ecco quindi che avere un modulo di gioco simile come impianto, ma più equilibrato nella fase di non possesso, può rappresentare un valore aggiunto per la squadra rossonera.
C’è poi una seconda questione estremamente pregnante: nel 4-2-3-1, in fase di non possesso, gli esterni offensivi devono costantemente aiutare i terzini con i raddoppi. Nel 4-3-3 invece questa necessità è meno pressante, in quanto i terzini beneficiano spesso del raddoppio della mezzala di riferimento. Questo particolare può consentire al miglior giocatore della squadra, Rafael Leao, ed al nuovo esterno destro titolare (Pulisic) di risparmiare preziosi tesori di energie durante la partita, al fine di essere maggiormente presenti e decisivi nelle giocate offensive. Un dettaglio che qualcuno potrebbe definire una minuzia ma che, nel lungo periodo, può fare la differenza.
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