di Max Bambara -
TRA EMERGENZE E CERTEZZE
Milan, il punto di equilibrio
Si parla molto della possibilità per il Milan di tornare al 4-2-3-1 dopo la sosta di marzo; tale eventualità appare essere in risalita secondo parecchie fonti di informazione. Ma è davvero questa la scelta giusta? Per provare a dare una risposta al quesito è necessario comprendere che cosa è accaduto al Milan negli ultimi 3 anni. La squadra rossonera ha svoltato mentalmente e tecnicamente quando nel gennaio 2020 Stefano Pioli ha scelto di puntare su un sistema di gioco più offensivo e dai tratti maggiormente moderni. In realtà la prima versione fu un vero e proprio 4-4-2 classico, con Castillejo e Calhanoglu esterni di centrocampo, Leao e Ibra riferimenti offensivi.
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Il tecnico rossonero, con il passare delle settimane, modificò qualcosa nel sistema di gioco originario e così il Milan riuscì ad evolvere dal 4-4-2 classico al 4-2-3-1. Quella squadra giunse sesta in campionato nella stagione 2019-2020 dopo un girone di ritorno di alto livello, con picchi di gioco e grande capacità offensiva. Ma la versione migliore del Milan, sul piano estetico, i tifosi rossoneri hanno potuto vederla nella prima parte della stagione 2020-2021. Le prime 10 giornate di quel campionato sono state sicuramente la miglior versione possibile del 4-2-3-1 adottato da Pioli. Qualche crisi di risultati nel girone di ritorno indusse il tecnico emiliano ad adottare un 4-4-1-1 abbottonato nelle ultime partite di campionato al fine di blindare il posto in Champions League. Nella stagione 2021-22 il Milan è rimasto quasi sempre fedele al sistema di gioco di riferimento (il 4-2-3-1), concedendosi qualche variazione sul tema (il 4-3-3 con cui la squadra rossonera vinse a Napoli) e scegliendo spesso un trequartista tattico.
Il Milan che vince lo scudetto non è la squadra più spettacolare del campionato, ma è quella che ha raggiunto il picco più alto dal punto di vista dell’equilibrio e dello spirito collettivo. I problemi che sono nati in questa stagione sono la conseguenza di un equivoco. E l’equivoco è figlio di un tentativo, apprezzabile, ma non riuscito. Il Milan ha provato a sostituire Kessiè con un trequartista classico (De Ketelaere): l’esperimento è andato male e, quindi, sul campo si è pagato qualcosa in termini di compattezza, di equilibri e di risultati. La crisi di gennaio 2023 è conseguenza di una summa di cose, ma il disequilibrio fra i reparti è una di quelle preponderanti. Così è nato il 3-4-2-1 degli ultimi due mesi che ha avuto il merito di dare solidità e compattezza alla squadra e che ha condotto il Milan ai quarti di finale della Champions League. Dopo 6 gol subiti nelle ultime 3 partite di campionato però, il tema di un nuovo cambio di modulo pare riproporsi. A nostro avviso più che il numero dei gol subiti il Milan di oggi deve preoccuparsi di una fase offensiva asfittica, in cui si segna con il contagocce su azione. Può essere il ritorno al 4-2-3-1 una soluzione valida? Probabilmente è necessario cercare un punto di equilibrio fra un modulo troppo coperto (l’attuale) ed il modulo del passato.
Non è utopistico pensare come un 4-3-3 (o 4-3-2-1) con le mezzali che si inseriscono negli spazi e attaccando l’area di rigore avversaria, possa essere la soluzione ideale, il viatico perfetto per questi ultimi tremendi due mesi di stagione. D’altronde già nella prima fase di questa stagione il Milan aveva trovato un equilibrio importante con questo tipo di soluzione. Una delle migliori partite giocate dalla squadra rossonera in campionato è stata quella contro la Juventus nel mese di ottobre, in cui il 4-3-2-1 ha rappresentato una certezza perché in fase di non possesso la squadra era molto compatta e gli esterni difensivi non si trovavano mai a dover gestire gli uno contro uno senza raddoppio. Questa strutturazione peraltro non toglieva nulla al Milan dal punto di vista offensivo perché la squadra riusciva ad attaccare meglio e con tempi di gioco più rapidi avendo il doppio binario sugli esterni (Theo-Leao a sinistra, Calabria-Diaz a destra). Questa soluzione pertanto potrebbe essere la più confacente al momento attuale del Milan; a volte per andare avanti, è necessario volgere lo sguardo all’indietro.
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