![MILAN, ITALY - MAY 12: Paulo Fonseca, Head Coach of A.S Roma looks on during the Serie A match between FC Internazionale and AS Roma at Stadio Giuseppe Meazza on May 12, 2021 in Milan, Italy. Sporting stadiums around Italy remain under strict restrictions due to the Coronavirus Pandemic as Government social distancing laws prohibit fans inside venues resulting in games being played behind closed doors. (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)](https://prd-images2-gazzanet.gazzettaobjects.it/GTXatNZLz5hq7uszBPNHcnetbhw=/450x253/smart/www.derbyderbyderby.it/assets/uploads/202303/53bda8090eb80d288946072cb668cce6.jpg)
analisi Facebook di Roberto Beccantini -
NAPOLI-LAZIO 0-1
analisi Facebook di Roberto Beccantini -
Ci voleva un amico, parafrasando il grande Antonello. Uno come Sarri, che a Napoli ha scritto un pezzo di storia. Il comandante, ricordate?, con i suoi diciotto titolarissimi e i suoi colpi di stato. Ci voleva un amico, appunto, per arginare le tracimanti mareggiate del Napoli. Uno a zero per la Lazio, fatale e letale drop di Vecino, su sponda molle di Kvara. Vecino, garra uruguagia (avrebbe urlato Adani), la carta a sorpresa, lui e non Cataldi.
Vince sempre, il Napoli, e dunque sono le rare sconfitte a fare notizia
In campionato è la seconda, dopo il k.o. di San Siro con l’Inter, il 4 gennaio. Sul piano pratico non cambia nulla, i punti di vantaggio scenderanno, al massimo, da 18 a 15. E di giornate, dopo questa, ne mancheranno «solo» tredici. La partita non è stata un’allegra sparatoria: Spalletti l’ha subìta per un tempo, salvo poi montarci sopra nella ripresa. Ma, anche in questo caso, con un pizzico di pancia piena che l’immenso e l’incenso traducevano in frenesia sterile. Avare, a essere sinceri, le emozioni: un miracolo di Di Lorenzo su sgrullata di Vecino al pronti-via, una paratona di Provedel, una traversa di Osimhen e un’altra, su punizione, di Milinkovic-Savic.
E’ stato a centrocampo che Sarri ha incartato Spalletti: con il sacrificio di Immobile (zero tiri), con il palleggio di Luis Alberto, con Marusic a destra sul georgiano, imbottigliato e, quindi, meno «bisturi» del solito. Come Lobotka e Osimhen, dal quale, ormai, si pretende la luna a ogni scacco (e stacco). Per una volta, da Elmas al Cholito, la panchina non ha offerto né Aladini né lampade. Capita, di tirare il fiato: soprattutto se l’avversario ti prende alla gola. Splendida, alla fine, l’ovazione del Maradona: gli scudetti si vincono anche quando si perde. «C’era Guevara» gongola: dura l'ex, sed l'ex. E che sgasata, in zona Champions.
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